I transformers non sono gli unici a trasformarsi. Purtroppo.
Sfruttando l’ondata di popolarità portata dal film in uscita nelle sale cinematografiche di tutta Italia, Activision decide di portare i Transformers anche su console e PC. Dopo i due ottimi capitoli sviluppati da High Moon Studios, passa a Edge of Reality lo sviluppo del nuovo titolo della serie: Transformers: Rise of the Dark Spark. Una scelta che, col senno di poi, possiamo definire senza problemi quantomeno discutibile. Vediamo meglio perché.
Rise of the Dark Spark
Innanzi tutto, premettiamo che la trama di questo nuovo capitolo della serie non si basa sulle vicende del quarto film di Michael Bay. La scoperta della “Dark Spark“, un potente artefatto in grado addirittura di aprire varchi tra universi spazio-temporali differenti, è l’evento che mette in moto le vicende narrate in Transformers: Rise of the Dark Spark. Come già succedeva nei precedenti capitoli, nel corso dei 14 livelli avremo modo di controllare diversi personaggi, sia tra i Decepticon che tra gli Autobot, tutti in lotta per ottenere il monopolio dell’ambita Dark Spark. La storia non brilla certo per originalità, colpi di scena o direzione artistica, tuttavia offre quanto basta per incentivare il giocatore a proseguire nelle circa 8 ore di gioco. Il cuore di Transformers: Rise of the Dark Spark sta sicuramente nel gameplay nudo e crudo.
Si parte dal basso…
Chi da Transformers: Rise of the Dark Spark si aspetta un gioco semplice, realizzato per essere accessibile ad una fascia di pubblico il più ampia possibile – dai bambini agli adulti – si sbaglia di grosso. Il nuovo titolo di Edge of Reality è un gioco difficile, almeno se paragonato ad altri TPS più o meno recenti. Anche a difficoltà normale, buttarsi a capofitto nella mischia significa morire in pochi secondi. Inoltre, alcuni checkpoint sono piuttosto distanti tra loro, quindi lasciarsi prendere dalla foga può costringere a ripetere porzioni di gioco anche abbastanza consistenti. È dunque essenziale sfruttare al meglio i ripari e… la scarsa IA dei nemici. L’intelligenza artificiale degli avversari, infatti, è abbastanza limitata. Difficilmente si viene accerchiati e il più delle volte, per annullare, almeno momentaneamente, lo svantaggio dell’inferiorità numerica, è sufficiente scegliere un buon riparo e sconfiggere uno per uno i nemici, prima che questi reagiscano per organizzare un’offensiva efficace. Lo stesso vale per l’IA degli alleati, i quali in battaglia risultano pressoché inutili e in alcune occasioni, addirittura, rimangono incastrati o sono causa di altri bug che non permettono la prosecuzione del livello e costringono a ricominciare dall’ultimo checkpoint.
È presente anche una modalità online cooperativa, chiamata “Escalation“, in cui il giocatore dovrà cercare di sopravvivere per 10 round all’attacco dei nemici, insieme ad un massimo di altri 3 giocatori (in totale 4 player, quindi). Sconfiggendo gli avversari si guadagneranno alcuni punti, che potranno essere spesi per attivare torrette e trappole di vario tipo sparse per la mappa di gioco. Si tratta, tutto sommato, di una modalità di gioco interessante, che riesce ad essere un buon contorno alla campagna principale, ma che stanca abbastanza presto e tende ad essere piuttosto ripetitiva, alla lunga.
… Ma si arriva in alto
Sebbene i difetti siano numerosi ed evidenti, ci sono anche tanti lati positivi di cui è giusto tenere ugualmente conto. Innanzi tutto, non si può non parlare dell’armamentario in dotazione ai transformers. L’arsenale è davvero molto vario, tra fucili a fotoni, sparalame, cannoni corrosivi, lanciamissili e non solo. Inoltre, sono presenti alcuni gadget, come moltiplicatori di esperienza, scorte di vita e via dicendo, oltre ad alcuni “hack“, ovvero handicap più o meno leggeri che, se attivati, permettono di guadagnare più punti esperienza.
Grazie ai punti esperienza, si potrà salire di livello; salendo di livello, si sbloccano alcune casse, di ferro, bronzo, argento oppure oro, che permettono di sbloccare nuovi armi e potenziamenti per queste ultime, oltre a personaggi da usare nella modalità cooperativa online, hack e altri utili oggetti. Queste casse, tuttavia, una volta ottenute, vanno aperte dal menù di pausa: una scelta poco azzeccata, in quanto si traduce spesso in un’operazione ripetitiva, noiosa e che spezza troppo frequentemente l’azione di gioco.
Un altro punto di forza del gioco è, sicuramente, la parte centrale (e anche quella finale, per certi versi) della storia, che presenta, come già accennato prima, un tasso di sfida sempre impegnativo e quasi mai frustrante, capace di regalare tante soddisfazioni, e livelli davvero ben strutturati, capaci di rendere giustizia e sfruttare pienamente alcune feature molto interessanti, tra cui il rampino di Bumblebee – che permette di compiere velocemente spostamenti, altrimenti impossibili, agganciandosi alle sporgenze di pareti ed edifici – e soprattutto la peculiarità dei transformers: trasformarsi in veicoli speciali. In qualsiasi momento, infatti, per tutta l’avventura, semplicemente premendo il tasto L3 è possibile passare dalla forma robotica a quella veicolare. Naturalmente, non parliamo di semplici automobili in grado si sparare, ma in alcuni casi anche di mezzi volanti, il cui utilizzo sarà indispensabile per navigare nella verticalità dei livelli e raggiungere aree altrimenti irraggiungibili. Si tratta di fasi di gioco davvero ben riuscite, che riescano a spezzare un gameplay altrimenti davvero molto, molto ripetitivo, che fatta eccezione per, appunto, queste sequenze di gioco, si risolve molto spesso in un caotico spara-riparati-spara-salta-schiva-spara. Peccato, quindi, che questa caratteristica sia sfruttata così poco e sia praticamente ignorata per buona parte delle fasi iniziali E un po’ anche in quelle finali) di gioco.
… Per poi cadere di nuovo in basso
Il comparto tecnico di Transformers: Rise of the Dark Spark è senza dubbio il punto più debole di questo titolo. Oltre ai già citati bug e all‘IA piuttosto limitata (in particolare quella degli alleati), dobbiamo segnalare anche evidenti e abbastanza frequenti cali di frame rate, soprattutto all’inizio di ogni livello, che spesso sono davvero fastidiosi, soprattutto se teniamo conto che stiamo parlando di un gioco che fonde meccaniche TPS ed action, ovvero due generi in cui la reattività è un fattore davvero molto importante.
Per quanto riguarda la grafica, invece, troviamo alti e bassi. I modelli poligonali di alcuni personaggi non sono male, però quelli di altri soggetti non sono assolutamente da next-gen (e nemmeno da tarda old-gen). Lo stesso vale per le texture, davvero poco convincenti. Nota positiva, invece, per quanto riguarda la gestione delle luci, che è uno dei pochi dettagli del comparto grafico quantomeno salvabili. Ancora una volta, però, resta l’amaro in bocca, visto che la stragrande maggioranza delle ambientazioni di gioco sono piuttosto anonime, spoglie e, soprattutto, scarsamente illuminate.
Il comparto audio invece può contare su convincenti effetti sonori e un buon doppiaggio (in inglese, con sottotitoli in italiano). Tuttavia, gli sviluppattori hanno optato per un’insolita scelta: quando inizia un dialogo, anche durante una battaglia, il volume di tutti gli altri suoni viene drasticamente ridotto. Una decisiona che si rivela piuttosto irritante, soprattutto nei momenti di gioco salienti, ad esempio durante gli scontri con i boss, poiché causa una brusca interruzione del coinvolgimento del giocatore nell’azione.
Personalmente, sono rimasto molto deluso da Transformers: Rise of the Dark Spark, un po' perché in fondo conservavo la speranza (poi rivelatasi nient'altro che un'illusione) che, nonostante il cambio del team di sviluppo, il nuovo capitolo della serie potesse essere ai livelli dei due titoli precedenti, un po' perché di buoni spunti, anche in questo nuovo Transformers, ce n'erano, ed è un peccato che non siano stati sfruttati a dovere.
- Alcuni livelli davvero ben realizzati
- Un buon numero di armi, ognuna con le sue peculiarità
- Livello di difficoltà ben calibrato
- Troppo ripetitivo
- Pessimo comparto tecnico