Almeno in parte Valve ci ha ripensato

Kotaku riporta di avere appena ricevuto da Steam un’immagine della versione aggiornata del pad realizzato da Valve in concomitanza della produzione delle Steam Machine. Diamogli un’occhiata.

 

steam controller versione 2

 

Non ci sono illustrazioni del retro, ma possiamo supporre che quello non sia stato alterato.

Dunque… cosa è cambiato? Parecchie cose, in verità. Adesso i trackpad sono l’unico vero elemento di novità del controller; immaginateveli come due analogici, di cui in pratica assolvono le funzioni, e avrete un normale pad da gioco per console, solo con i tasti sotto e non sopra le levette da entrambi i lati.

Per capirci, questa era la vecchia versione:

 

Steam Controller versione 1

 

In primo luogo, se n’è andato il touch screen, sostituito da tre normali bottoni in stile Start, Select e PS (o Start, Back e Xbox). È stato aggiunto l’equivalente di un d-pad, anche se si tratta di quattro bottoni completamente separati tra loro (e quindi in teoria premibili anche in combinazioni strane?), e i quattro tasti frontali, prima disposti poco intuitivamente ai lati del touch, sono stati raggruppati in modo identico a quanto già succede sui controller canonici di oggi.

 

Non ho mai avuto modo di provare il vecchio pad, e ovviamente neanche il nuovo, ma il colpo d’occhio ora è più convincente. L’impressione per la prima versione era che si fosse cercato senza veri motivi di essere più innovativi del dovuto, e che il risultato fosse un controller scomodo per un po’ troppi generi. Voglio dire, quello che si gioca meglio con mouse e tastiera – in particolare col mouse – tale rimaneva, e tutto il resto sembrava mancare di tasti, o averli in punti inutilmente complicati da raggiungere e che facevano togliere le mani da altre parti. Come si fa a giocare comodamente, per esempio, ad un picchiaduro senza d-pad e con i quattro tasti principali sparsi da tutte le parti? Normalmente il pollice sinisto controlla il movimento e intanto il destro i bottoni; con il primo controller per premere metà dei tasti ci si sarebbe dovuti staccare dall’input di movimento, che già di per sé non so quanto fosse adatta a manovre precise.

Ora i più grandi dubbi che ho risiedono nella comodità del passaggio del pollice dai trackpad al resto dei bottoni e nell’effettiva efficacia di un d-pad senza pad, ovvero composto da quattro tasti scollegati; entrambi si potranno fugare solo provando, immagino.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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