Presto maggiori chiarimenti

Durante un’intervista con Stevivor.com Michael Condrey di Sledgehammer Games ha confermato che Call of Duty: Advanced Warfare, in uscita fra un paio di settimane, “supporterà i server dedicati”.

 

Il giornalista di Stevivor ha chiesto:

(…) A proposito di cose che ci servono, è da un po’ che non abbiamo più nessuna notizia sui server dedicati – c’è qualche novità che potresti darmi?

Al che Condrey ha risposto:

Sì, abbiamo degli annunci che faremo presto. Sì, supporteremo i server dedicati, e presto annunceremo su quali provider e piattaforme. Non posso ancora risponderti, ma potete fare sapere alla vostra community che manca poco.

 

Per farla molto breve, i titoli multiplayer possono utilizzare o un sitema di hosting condiviso o uno di hosting dedicato. L’hosting condiviso è un tipo di protocollo per cui le macchine di ogni giocatore coinvolto gestiscono i dati di tutti, mentre con l’hosting dedicato questo processo viene “centralizzato” in un’unica macchina, che gestisce e sincronizza i dati per tutti.

Non so andare nei dettagli sui limiti tecnici esatti di uno o dell’altro sistema, quello dell’hosting dedicato viene universalmente o quasi considerato il sistema che fornisce l’esperienza di gioco più consistente e funzionante. Il fatto che Advanced Warfare supporti questo tipo di hosting è un’ottima cosa. Resta però da capire, e non è una cosa da poco, su che piattaforme e con quanta libertà di gestione da parte degli utenti, soprattutto su PC.

Quasi tutti i Call of Duty su PC hanno supportato l’hosting dedicato; l’unica eccezione, che fece parecchio discutere, è rappresentata da Modern Warfare 2. Credo che gli “annunci” di cui parla Condrey riguardino soprattutto la situazione sulle varie console.

 

A questo punto aspettiamo maggiori chiarimenti da parte di Sledgehammer. Ricordo a tutti che Call of Duty: Advanced Warfare sarà disponibile il 4 novembre 2014 su PS3, Xbox 360, PS4, Xbox One e PC.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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