Ed è proprio di un titolo uscito sulla seconda home console di Sony di cui io vi voglio parlare, un titolo che tuttora considero uno di quelli che più mi ha emozionato: Final Fantasy X.
Parto immediatamente da una delle “chicche” che ho amato fin dal primo avvio: il menù. Come da tradizione si presentava semplice ed elementare ma è il sottofondo musicale, To Zanarkand, ad essere indimenticabile, unico e capace in un attimo di farti immergere emotivamente nella storia. Nel caso in cui non la conosciate o che vi abbia fatto venire la nostalgia, nominandola, sono lieto di condividerla con voi:
Ma parliamo prima di quello che ci offre il titolo dal punto di vista del gameplay che si può definire come quello di un classico rpg giapponese, ben lontano da quelli odierni e paragonabile, se proprio volessimo fare un confronto, ad un must have dell’attuale generazione: Lost Odyssey di Sakaguchi, titolo uscito in esclusiva su Xbox 360 nel 2008, che purtroppo non ebbe un tale successo di pubblico da spingere Microsoft a finanziarne un secondo (nonostante gli ottimi riscontri della critica).
Quindi ci ritroviamo di fronte un titolo fatto di combattimenti casuali a turni al comando di un party di tre personaggi, liberamente interscambiabili, e ricco di potenziamenti, esplorazione, missioni secondarie,enigmi. Il tutto, ovviamente, è intervallato dai filmati dedicati alla storia.
Senza scendere comunque negli infiniti dettagli da citare nel caso di una vera recensione, veniamo al vero fulcro dell’articolo: perché vi ho parlato proprio di Final Fantasy X?
Partiamo dal motivo più scontato: il genere dei jrpg mi è sempre piaciuto, è un genere ragionato, spesso offre un’ottima sfida, ovviamente non si deve cadere nella frustrazione, ed essendo titoli molto lunghi (minimo 20/30 ore di gioco) devono avere una storia appassionante, ed è proprio su quest’ultima che mi voglio concentrare ulteriormente.
Evitandovi qualsiasi spoiler o un lungo e dettagliato riassunto della trama vorrei comunque tentare esprimervi tutto quello che Final Fantasy X è per me: la storia mi prese fin dal primo momento, quando invece in media la partenza è sempre la fase più lenta, ci vuole tempo per immedesimarsi nei protagonisti. Al contrario con Final Fantasy X questo mi è successo quasi immediatamente, merito del characters design giapponese? Probabile, ma ciò non toglie la bravura degli sviluppatori a voler raccontare una storia unica, misteriosa, articolata a cui sicuramente non si può non imputare qualche “solito” cliché come risvolti amorosi (la scena del bacio tra Tidus e Yuna è ormai famosissima anche in ambito extra videoludico) o quello dell’eroe coraggioso e pronto al sacrificio; piccolezze che comunque non hanno cambiato il mio più che positivo giudizio.
Ed è quindi che con una serie di continui colpi di scena, boss e tesori segreti, il titolo è stato capace di tenermi impegnato per oltre 80 ore ( dato sicuro perché nel salvataggio sono riportate le ore di gioco).