Il termine tecnico è "truffatori"

A quanto pare Watch Dogs sta muovendo parecchio traffico, perché c’è chi pubblica perfino delle recensioni non autorizzate basate non si sa bene su quali copie del gioco. Ubisoft se n’è accorta poco fa, e ha postato un tweet per informare della cosa, ma la pagina in questione è già apparsa da svariate ore, forse persino da un giorno.

Ora, vi aspettereste da me un link alla suddetta recensione, ma non intendo darvelo. L’unica ragione per cui pubblico questa notizia è per dissuadervi completamente e definitivamente dall’andare a cercare questa o altre simili, e vi spiego ovviamente anche il perché.

 

 

Su internet non si fanno soldi con la qualità, ma con i numeri del traffico. Avere un’esclusiva è quindi enormemente vantaggioso: se tutti stanno cercando qualcosa su Google e non esistono pagine che corrispondono a quella ricerca, crearne una attirerà una quantità enorme di visite.

Questo è L’UNICO motivo per qui questa recensione è stata scritta: non per offrire un parere del gioco, non per informare i giocatori, solo per rubare traffico.

 

“Ma… tutti i giornali sopravvivono così, perché in questo caso dovrebbe essere diverso?”, direte giustamente voi. Il motivo è semplice: il sito in questione non tratta videogiochi e non fa niente per dare l’impressione di farlo. È un portale di componenti elettroniche, che negli ultimi 4 mesi ha recensito 3 videogiochi e nei due anni precedenti non ne ha recensito nessuno. Per inciso, oltre a Watch Dogs i due titoli in questione sono Goat Simulator (che ha ricevuto addirittura 10/10) e un titolo per iOS chiamato Space Run.

Noi qui a GameBack.it lavoriamo super part-time e sostanzialmente gratis, e nell’ultimo mese abbiamo scritto più recensioni che quel sito nel corso della sua non tanto breve storia storia. Credo dia un’idea della dedizione alla causa.

 

Basterebbe questo per far capire il solo ed unico motivo perché quella recensione esiste – fare traffico, decisamente non per aiutare voi a decidere se vale la pena o no di comprare il gioco – e quindi ignorarla completamente. Ma c’è anche di molto peggio.

In primo luogo, non si capisce come queste persone sarebbero entrate in possesso del gioco. Ubisoft non ha inviato loro nessuna copia, e siamo a più di due settimane dall’uscita. Sentendo quanto loro stessi affermano hanno tra le mani una copia retail della versione Xbox One, il che fa tecnicamente parlando di questa non una recensione, ma un vero e proprio leak, ed è tutto fuorché normale considerare una pratica simile accettabile: per i rivenditori è illegale rompere il day one, e per loro probabilmente è illegale distribuire materiale e informazioni così ottenuti.

Secondo, è evidente che la persona che sta recensendo non ha la minima idea di cosa stia parlando o di come si recensisca a livello professionale un videogioco (o di come scrivere un testo coerente e grammaticalmente decente, se è per questo, visto che il grosso della prosa è da sedicenne illetterato). La recensione dedica un terzo dello spazio al single-player (senza spiegare di fatto niente), un terzo al multiplayer (spiegando un po’ troppo per quello che dovrebbero essere in grado di giocare con la gente disponibile in questo momento online, cioè secondo me zero, visto che le copie in Beta figurano probabilmente come un gioco diverso e usano dei server propri, se ne usano affatto) e un terzo alla grafica, in un paragrafo curiosamente intitolato “Conclusione”, dove ovviamente non sono in grado di dire niente di rilevante e puntuale (tipo, ahem, l’anlisi tecnica che avevo fatto io mesi fa) e non fanno altro che buttare lì a ripetizione che “GTA V è meglio” e cose su questa scia, senza curarsi di motivare o entrare nei dettagli.

Terzo, il recensore dell’articolo è un cialtrone che si finge goffamente un veterano dell’industria. Sul suo profilo vediamo un ragazzo di 25 anni proprio a voler alzare il numero oltre l’immaginabile vantare di “essere attivo nell’industria videoludica dal 1999” e di “avere lavorato con molte pubblicazioni, e in particolare Tom’s Hardware e PC Gamer”. Se cercate il suo nome su Google scoprirete molto in fretta che non c’è traccia di nessun tipo di lavoro a suo nome su nessun sito, al di là di quella stessa recensione di Watch Dogs.

Quarto, il sito in questione deve essere il meno professionale che abbia mai visto nella gestione dei commenti, giusto per far capire ancora un po’ di più quanto gliene freghi di fare un lavoro fatto bene e utile agli utenti. Ci sono tanti esempi fantastici che potrei prendere, ma il migliore di tutti, che penso incarni alla perfezione la maleducazione, la coda di paglia e anche la stupidità di queste persone, deve essere questo:

  • Utente 1: Questa la chiamate una recensione? Questa non è per niente una recensione, mio caro amico.
  • Recensore: Beh, vorrei vedere le tue di recensioni, mio caro amico. [tutti i segni di punteggiatura sono stati cortesemente aggiunti da me]
  • Utente 2: Il fatto che lui scriva o no una recensione non ha nessun impatto sul fatto che possa criticare la tua o no. Tu non crei videogiochi, eppure ne hai recensito uno. “Dov’è il tuo videogioco?” È un’affermazione assurda da fare. Possiamo giudicare qualcosa anche se non lavoriamo direttamente in quel preciso ambito.
  • Recensore: Va bene… e io gli sto chiedendo di farmi vedere la sua recensione. Non capisco quale parte tu non abbia capito.

 

 

Vediamo di concludere. Ci sono persone che lavorano con cura e dedizione, faticando per costruirsi la fiducia del pubblico e guadagnare il successo e la visibilità. E ci sono sciacalli che usano l’automatismo dei motori di ricerca per fare operazioni di questo tipo. Le visualizzazioni sono l’unica moneta per queste persone, è l’unica cosa che importa loro ed è l’unico motivo per cui lavorano.

Io, come giornalista, mi sento preso in giro, ma voi dovreste sentirvi presi in giro dieci volte tanto. Ricordate che aprire quella pagina farà fare loro soldi e li alzerà nell’indicizzazione di Google, e a voi non darà niente. Sono, in tutto e per tutto, dei truffatori virtuali, in quanto ricevono un pagamento per un lavoro che dichiarano di saper fare ma che poi non svolgono come dovrebbero, sperando di farla franca e poter continuare così.

Per questo mi rifiuto di pubblicare un link al loro articolo o anche solo al loro sito, o di dire come si chiamano: io non intendo rendermi complice del loro furto, ma ci tenevo a mettervi in guardia. Le recensioni di Watch Dogs arriveranno il 27 maggio: leggete e fidatevi di quelle che preferite, ma leggete delle recensioni vere, di persone che almeno ci provano a lavorare bene e che lavorano veramente per voi, e non contro di voi.

Lorenzo Forini
Sono nato a Bologna nel 1993, videogioco da sempre, e da sempre mi ha affascinato l'idea di andare oltre al solo giocare, di cercare di capire cosa c'è nascosto in ogni titolo dietro al sipario più immediato da cogliere. Se i videogiochi sono una forma d'arte, forse è il caso di iniziare a studiarli davvero come tali.

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