Il 2020 sarà sicuramente ricordato come l’anno del “distanziamento sociale“, interi settori hanno mostrato tutta la loro fragilità facendone decollare altri. Tra i settori che stanno guadagnando visibilità, interesse, clienti e fatturato ci sono quelli che consentono di ridurre l’impatto del social distancing: i videogiochi online e i servizi di streaming. Attenzione però, se c’è una cosa che questo periodo ci ha insegnato, è che il quadro dei vincitori e dei vinti non è affatto stabile e può mutare radicalmente in qualsiasi momento.
Netflix, Walt Disney, AT&T, Hbo, Comcast, Amazon, Twitch, Fire TV, Apple Tv
A occupare il nostro tempo libero con lo streaming aveva cominciato Netflix, ma le nuove opportunità di investimento e di guadagno hanno mosso gli appetiti di diversi colossi ben più agguerriti: Apple, Amazon, Facebook, Google, Disney.
Secondo i dati relativi al mercato degli Stati Uniti, nelle prime settimane della pandemia l’aumento dei consumi di video on demand è stato tra il 20 e il 70% rispetto al mese precedente. Si stima che “grazie” all’esplosione del Covid-19 aumenteranno del 5% gli abbonamenti di servizi video streaming, aumento previsto aggiuntivo rispetto alle stime precedenti, che pure contavano circa 47 milioni di nuovi abbonati entro la fine del 2020.
Chi sottovaluta il mondo del video-on-demand è del tutto fuori stada: a livello globale, le imprese che offrono video streaming nel 2018 avevano un fatturato di circa 226 miliardi di euro e – prima della crisi – si prevedeva che entro il 2024 avrebbero raggiunto i 633,6 miliardi. Ovviamente ora tutte queste stime sono da rivedere al rialzo.
La guerra del video streaming è sempre più feroce
La sfida è intercettare i gusti di un cliente iper connesso e iper tecnologico che costruisce il suo personale palinsesto digitale con i contenuti, i modi e i tempi che desidera. La tecnologia moderna offre un vantaggio impensabile rispetto al passato: se la tv tradizionale aveva bisogno di infrastrutture materiali per trasmettere i suoi contenuti, oggi lo streaming viaggia attraverso la rete «immateriale» di internet consentendo di arrivare ovunque (a patto di avere a disposizione – e non sempre è il caso in Italia – adeguata banda larga e ultralarga). Gli spettatori-clienti oggi si conquistano anche così.
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…e l’Italia?
Nel nostro Paese su questa strada si muove TimVision, la tv di Tim, che si propone come principale aggregatore di contenuti digitali (serie tv, film, sport, a partire dal calcio) grazie agli accordi con le più importanti major e alle partnership con i player del settore. L’ ultimo accordo in ordine di tempo è stato quello siglato con Disney+ per la sua distribuzione esclusiva in Italia in abbinamento alle offerte di banda larga. Il nuovo servizio di streaming di Disney offre – oltre a produzioni originali – una library notevole: non solo i classici Disney, ma anche l’ animazione Pixar, i supereroi Marvel e la galassia di Star Wars.
Videogiochi online
Il cosiddetto “lockdown” ha portato a un aumento dei giocatori stimato in diverse decine di milioni, specialmente in Nord America (Stati Uniti + Canada) e in Cina. Ma la pandemia ha chiuso non solo le scuole, anche le aziende: man mano che la disoccupazione esplode, saranno proprio gli abbonamenti ai videogiochi online i primi servizi a essere tagliati? Una cosa è certa, il mondo dell’intrattenimento legato ai videogames è in rapida crescita e in altrettanta veloce mutazione, perché gli attori su questa piattaforma si giocano un pezzo importante del loro futuro.
Senza ombra di dubbio, oltre al video-on-demand l’altro settore che beneficia del distanziamento sociale è quello dei giochi online, che prima della pandemia era previsto arrivare a un fatturato di 71,4 miliardi di euro entro fine anno.
La torta è grossa, la sfida dei big è quella di cercare di prendere la fetta più grossa.