Non siamo soli…

Dopo Alien: Colonial Marines, i videogiocatori amanti della saga fantascientifica avevano perso ogni speranza. Tanti anni di sviluppo per un titolo a dir poco imbarazzante. Sega, che ha pubblicato il titolo,  sarà riuscita a redimersi con Alien: Isolation o si tratta nuovamente di un fallimento?

https://www.youtube.com/watch?v=9_wCUTIGc5A

Alien: la nascita di un mito

Nonostante si tratti di un cult del genere, forse i videogiocatori più giovani non conoscono per intero la storia di Alien, e in ben pochi sanno che lo xenomorfoantagonista per eccellenza, ha parzialmente origini italiane. Infatti, seppur l’immagine originale sia nati per mano dello svizzero Hans Ruedi Giger, colui che ebbe il compito di convertire l’idea in materiale scenico fu il nostro connazionale Carlo Rambaldi.

La trama dei film originali narra delle vicende di Ellen Ripley (interpretata da Sigourney Weaver), un ufficiale a bordo della nave da trasporto Nostromo, la quale si trova ad affrontare (sia da sola che in compagnia) una razza aliena sconosciuta. Dopo la prima pellicola, prodotta da Ridley Scott nel lontano 1979, ne seguirono altre di registi differenti, dedicate sia agli xenomorfi che ad altre razze come quelle dei predator. Il più recente è Prometheus, prologo della storia.

In Alien: Isolation, la protagonista è nientepopodimeno che Amanda Ripley, la quale indaga sulla scomparsa della madre, avvenuta quasi 15 anni prima. Il suo compito principale è quello di recuperare la scatola nera della Nostromo, attualmente a bordo della nave Anesidora. Giunta su quest’ultima, Amanda si rende conto che qualcosa non va e grazie alle informazioni di Axel, uno dei personaggi che incontra lungo il suo percorso, scopre che la vita dell’equipaggio è minacciata da un misterioso assassino che agisce nell’ombra: uno xenomorfo. Entrano quindi in gioco le capacità di sopravvivenza della ragazza, pari a quelle della madre.

Il Gameplay

Alien: Isolation ci propone un gameplay survival in prima persona, e quando parliamo di survival, non intendiamo un semplice “fuggi e sopravvivi” bensì “utilizza l’ingegno per restare in vita”. Infatti, la vera perla di questo titolo è il (per quanto impossibile) susseguirsi di situazioni dove la protagonista è realmente spaventata, così come lo saremmo noi nel caso ci capitasse un alieno davanti agli occhi, e deve comprendere cosa può esserle più o meno utile per non farsi uccidere. Ciò non vuol dire semplicemente raccogliere le munizioni di una pistola e sparare alla cieca contro i nemici, bensì trovare schemi per realizzare oggetti utili come bengala, kit medici, fumogeni e EMP, oppure indirizzare la corrente elettrica affinché determinate zone siano illuminate, utilizzare dispositivi per aprire le porte o ancora disattivare il sistema di filtraggio dell’aria, rendendo l’ambiente privo di visibilità. Tutto ciò rende il gioco estremamente coinvolgente, anche grazie al supporto Kinect, che riconosce movimenti e suoni del giocatore e li trasporta all’interno del gioco. Insomma: giocate in silenzio e non muovetevi se volete sopravvivere!

Amanda si muove sfruttando l’ambiente estremamente interattivo. Non è difficile trovare materiale da impiegare nei progetti, oppure armadietti e condotti dell’aria per nascondersi. In più, per facilitarci il lavoro, viene in soccorso il mitico rilevatore di movimento, che segnalerà gli “ammiratori” indesiderati in prossimità di Ripley: per tali non intendiamo solo gli xenomorfi, ma anche gli androidi, intelligenze tutt’altro che amichevoli. Se vi capitasse mai di incontrarne uno, è sconsigliabile sparargli, in quanto non solo sarebbe uno spreco di munizioni (qualora usaste la pistola, o di carburante se siete armati di lanciafiamme), ma attiverebbe una “modalità ostile” nei vostri confronti, rendendo violenti i suoi simili.

Ci sono molti fattori positivi in Isolation. Uno fra tutti è la modalità di salvataggio: come per molti videogiochi horror e survival, non è disponibile la possibilità di registrare i propri progressi direttamente dal menù, bensì, per farlo, è necessario scovare dei telefoni d’emergenza e attivarli (un po’ come accadeva in Resident Evil 4, dove il giocatore doveva interagire con una macchina da scrivere per salvare).

Per i fans più sfegatati della serie o per quelli che semplicemente vogliono approfondire la trama, lunga circa 15 ore, sono disponibili i terminali, che oltre ad essere di vitale importanza per alcune missioni, raccolgo moltissime informazioni riguardo a ciò che è successo sulla Anesidora, come messaggi, registrazioni e dati. Qualora la sfida non fosse troppo avvincente o semplicemente non siate interessati a conoscere meglio le vicende di Amanda Ripley, è disponibile la modalità sopravvivenza, una corsa contro il tempo, con tanto di classifica online.

Nonostante tutte le bellezze proposte in Alien: Isolation, dobbiamo ammettere che non è tutto oro ciò che luccica. Le pecche sono presenti e purtroppo non del tutto trascurabili. Stiamo parlando dell’intelligenza artificiale e del framerate.
Le critiche riguardo l’IA sono state le più pesanti, in quanto lo xenomorfo risulta a tratti un vero e proprio assassino a sangue freddo, mentre in alcuni momenti  manca un po’ di acume: ciò non vuol dire che se il giocatore muove Ripley facendola correre proprio davanti a lui non venga uccisa, anzi, ma se vi capita di fare un po’ di rumore, non sempre sarete individuati. Sta poi a voi decidere se rischiare, utilizzando un approccio più stealth, oppure di rischiare il tutto per tutto.

Per quanto riguarda la fluidità del gioco, su Xbox One sono risultati frequentemente grossi cali di framerate durante i video, ma fortunatamente si tratta di un discorso che non danneggia il gameplay vero e proprio: in caso contrario, probabilmente il titolo sarebbe risultato quasi del tutto ingiocabile.

Comparto video

Nel caso di Alien: Isolation, quando si parla di comparto video, non si può pensare solamente alla grafica, ma da come essa si sposi perfettamente con la assoluta realisticità dei movimenti di Amanda e dei suoi nemici, grazie al motion capture. L’azienda ha anche rilasciato un video che ne illustra i processi.

La cura per i dettagli è a dir poco meticolosa: le texture sono incredibili (sebbene i modelli poligonali dell’ambiente potevano essere realizzati meglio) ed è impossibile scovare un tessuto che non abbia una trama, oppure cartelli illeggibili. I visi sono forse un po’ troppo lunghi rispetto ai giochi a cui siamo abituati solitamente, ma non risultano troppo sgradevoli, specialmente quello della protagonista, molto simile a quello della Ripley conosciuta nei film. Altre qualità apprezzabili sono l’utilizzo della profondità di campo (per esempio quando viene impugnato il rilevatore di movimento e lo sfondo appare offuscato) e le complesse luci presenti in tutto il gioco.

Lo xenomorfo, alto oltre due metri (ben più di un essere umano), è curato in ogni minimo dettaglio, il che lo rende ancora più realistico e spaventoso: i movimenti da bipede e contemporaneamente sinuosi come quelli di un serpente fanno venire la pelle d’oca; inoltre, qualora capitasse di trovarsi faccia a faccia col suddetto, non risulterebbe neanche così difficile contargli i denti, se non fosse per il fatto che ci metterebbe mezzo secondo a ucciderci.

Ciò che raramente si trova nei videogames è la estrema (e intendiamo davvero estrema) cura per i dettagli tratti dal film, che possiamo definire persino vintage. La nave, così simile alla Nostromo, rimanda immediatamente la mente del giocatore ai ricordi legati alla serie cinematografica e crea persino un momentaneo senso di panico, perché la sensazione è esattamente quella di trovarvici all’interno. Persino il menù e le immagini durante il caricamento sono state create sulla falsa riga di vecchie registrazioni rovinate: lo staff di The Creative Assembly ha dimostrato di saper fare un ottimo lavoro, cosa che raramente capita in videogames tratti dai kolossal del grande schermo.

Comparto audio

Il comparto audio non è da meno rispetto a quello video, in quanto anch’esso è parte integrante del videogioco: la sopravvivenza del giocatore dipende proprio dai suoni che esso produce muovendosi, respirando, interagendo con gli oggetti e, fortunatamente, la gamehouse è stata all’altezza del compito, realizzando tracce di apparecchi elettronici in funzione, colpi di arma da fuoco e strida xenomorfiche.
E’ inoltre presente un discreto doppiaggio in lingua italiana, fattore che ci permette di dedicarci al gameplay senza dover far caso a sottotitoli che potrebbero costarci cara la vita in caso di compagnia, il tutto accompagnato dalle colonne sonore originali dei film: un colpo al cuore a tutti i veri amatori di Alien.

DLC

Come ormai capita per la maggior parte dei videogiochi, anche Alien: Isolation gode di un Season Pass e dei suoi relativi DLC.
Per i veri e propri fan, Equipaggio Sacrificabile Unica Superstite sono un must have, in quanto ripercorrono i fatti accaduti sul primo film (quindi ben quindici anni prima di Isolation), mentre i contenuti aggiuntivi per la modalità sopravvivenza saranno disponibili in altri cinque DLC. Il primo è Corporate Lockdown, di cui vi parliamo in questo articolo.

Il commento di Eleonora Gueli

Sono una fan sfegatata di Alien e ho atteso questo gioco per molto tempo. Dopo l'amaro in bocca lasciato da Colonial Marines, temevo che Isolation ottenesse lo stesso risultato, ma così non è stato.
Non potrei essere più soddisfatta! E' il survival horror che tutti gli appassionati si aspettavano.

9
GAMEPLAY
Gameplay eccellente e ingegnoso, adatto per chi si vuole mettere alla prova.
10
COINVOLGIMENTO
Il coinvolgimento è al massimo: impossibile non immedesimarsi in Amanda Ripley
8
LONGEVITÀ
Isolation gode di una buona longevità ed è adatto a diversi stili di gioco che possono aumentarne la durata
7.5
GRAFICA
Grafica curata in ogni minimo dettaglio, peccato per i cali di framerate
8.5
SONORO
Colonna sonora rimasterizzata direttamente dai film originali, cosa si può desiderare di più? Ottimo anche il doppiaggio.
0
BONUS
Né bonus né malus
8.6 MEDIA + 0 BONUS = 8.6 TOTALE
  • Grafica niente male
  • Suspense perenne
  • Xenomorfi realizzati magistralmente
  • Gameplay intelligente e realistico
  • Colonna sonora adatta per un videogioco ispirato da un kolossal cinematografico
  • Cali di framerate
  • L'IA poteva essere sviluppata meglio
  • Ambientazioni troppo dispersive
 

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