AGGIORNAMENTO 2 (03/02/2015):
Decisamente a sorpresa, Ubisoft ha deciso di ri-attivare le key disattivate da Uplay una settimana fa. Un rappresentante di Ubisoft ha contattato Eurogamer.net e ha comunicato quanto segue:
In seguito a ulteriori indagini riguardo la vicenda delle key che erano state acquistate illegalmente sullo store Origin di EA, stiamo ripristinando le chiavi per quei clienti che le avevano già attivate e avevano cominciato a giocare. Tutte le altre chiavi rubate [cioè quelle mai riscattate su Uplay, NdT] sono state disattivate.
Con così poche certezze su quanto è successo dietro le quinte, non credo abbia neanche senso voler trovare un significato a questa mossa. Forse Ubisoft ha deciso di cogliere l’occasione per farsi un po’ di buona pubblicità, forse ci si è accorti che la disattivazione eseguita in quel modo e senza preavviso avrebbe potuto portare a problemi legali, forse altro ancora, dubito lo sapremo mai.
In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene, sembrerebbe. Se siete uno degli utenti coinvolti, la prossima volta magari aspettate uno sconto su Steam o su GreenManGaming, invece di andare su G2A o su Kinguin.
AGGIORNAMENTO 1 (28/01/2015):
La provenienza delle key disattivate è stata scoperta.
Come riporta GameInformer, contattato direttamente da Electronic Arts, i titoli di Ubisoft in questione erano stati acquistati in massa proprio dallo store di EA, Origin, usando delle carte di credito rubate altrove, e poi erano stati reimmessi sul mercato tramite siti come G2A e Kinguin e rivenduti a prezzi stracciati agli utenti.
La comunicazione di EA:
Alcune chiavi di attivazione per dei prodotti di Ubisoft sono state acquistate da Origin utilizzando carte di credito rubate, e poi rivendute online. Abbiamo identificato le chiavi non autorizzate e abbiamo informato Ubisoft. Se state avendo dei problemi con una chiave di attivazione, vi consigliamo di contattare il venditore che ve l’ha fornita per chiedere un risarcimento. Consigliamo fortemente ai giocatori di acquistare key solo da Origin e da rivenditori affidabili. Maggiori informazioni sulla nostra politica sono disponibili qui. Abbiamo rimosso i titoli di Ubisoft da Origin per proteggere da ulteriori acquisti irregolari.
Prendendo tutto questo per vero (e non vedo ragioni per non farlo), forse la cosa migliore è seguire veramente il consiglio di EA, e stare attenti a dove fate i vostri acquisti online. Se per pagare 20€ in meno un gioco rischiate di scoprire poi che era stato rubato, o peggio che i dati della vostra carta e i vostri soldi stanno venendo usati per alimentare il ciclo, non credo ne valga più la pena.
Se le cose costano meno su alcuni siti, deve esserci un motivo giustificabile e comprensibile dietro. Se costano molto meno, da qualche parte c’è la fregatura.
ARTICOLO ORIGINALE (26/01/2015):
A quanto pare, a partire dallo scorso sabato Ubisoft ha, senza preavviso e senza mezzi termini, cancellato dalle librerie Uplay di diversi utenti alcuni giochi riscattati con key “non autorizzate”. La segnalazione è arrivata da un utente, che ha iniziato una discussione sui forum della compagnia per raccontare la sua esperienza, e poi altri nella stessa situazione si sono aggiunti.
I giochi rimossi sembrano più che altro copie di Far Cry 4, ma ci sono segnalazioni sparse anche per copie di AC Unity e Watch Dogs. L’impressione che la cosa riguardi più che altro Far Cry 4 potrebbe essere banalmente dovuta al fatto che Far Cry 4 è il titolo di Ubisoft dell’ultimo anno che ha venduto di più su PC.
Dato che non c’è nessun comunicato ufficiale di Ubisoft, è difficile per ora capire cosa stia succedendo esattamente e quanto sia esteso. La cosa che sembra certa è che non si tratta di una “epurazione di massa”, ma di una mossa chirurgica che è andata a colpire un numero ristretto di key – e quindi di utenti.
I giochi di servizi come Steam, Origin, Uplay ecc. sono acquistabili anche fuori dai siti stessi, sotto forma di key riscattabili poi sul sito. Ci sono svariati rivenditori online che fanno esattamente questo (il più celebre è GreenManGaming), e sono autorizzati dai proprietari delle piattaforme su cui riscattare poi le key.
I titoli attaccati oggi non sembrano provenire però da retailer esterni autorizzati, ma da altri siti che trafficano e rivendono key in modo meno trasparente. Portali come G2A, CJS e Kinguin, per riportare tre dei più famosi, non sono rivenditori riconosciuti dalle aziende, e non ottengono le key che vendono direttamente dai siti su cui riscattarle. A volte comprano in massa key da mercati in cui il cambio è più debole e poi le rivendono nei paesi più ricchi, ma non sono poche le teorie secondo cui gestiscano anche key propriamente rubate e coprano altre operazioni decisamente poco legali.
All’interno di G2A, da cui sembrano provenire tutte o quasi le key coinvolte in questo caso, esiste poi anche un secondo mercato “privato” gestito dagli utenti stessi, in cui può girare letteralmente di tutto a prezzi ancora più stracciati di quanto proposto dal sito stesso.
Che Ubisoft e i siti di distribuzione simili facciano la guerra a questi rivenditori è perfettamente comprensibile (e questa non è la prima volta che succede; per esempio, Devolver Digital aveva fatto la stessa identica cosa lo scorso giugno). Il problema, e la cosa un po’ più preoccupante, è in che modo si sia deciso di agire: colpendo direttamente gli utenti, senza nessun preavviso o avvertimento.
Il problema è che non tutti sanno necessariamente di stare collaborando in azioni ambigue o palesemente illegali quando comprano da siti simili, e vedersi tolte delle key normalmente acquistate non è esattamente simpatico. Sommiamoci che non mi risulta esista una lista vera e propria di rivenditori autorizzati, e la cosa si fa ancora più difficile da accettare per qualcuno che si vede bloccato senza preavviso un gioco per cui ha pagato.
Mi sto anche chiedendo se questa mossa sia effettivamente legale in Europa, almeno in alcune sue accezioni. Se probabilmente ci sono gli estremi per agire anche drasticamente in caso di vero e proprio ricettaggio, non sono così convinto che bloccare una key semplicemente acquistata e poi rivenduta sia considerato accettabile, visto che tra l’altro la Corte di giustizia europea ha deliberato più di due anni fa che un venditore di software digitale non può impedire agli acquirenti di rivendere a sua volta quanto acquistato.
Ma, anche lasciando stare la legge, credo che questo si dimostrerà più che altro un discreto autogol: di sicuro avrà l’effetto di disincentivare ad acquistare da siti terzi con prezzi sospettosamente bassi, ma non è affatto detto che gli utenti coinvolti si spostino verso siti più regolamentari. Anzi, molti ora si sentiranno autorizzati a piratare direttamente i giochi per non avere, assurdamente, nessun grattacapo, oppure decideranno di non comprare più nulla da Uplay e basta.
“Attenzione: ci siamo accorti che nella tua libreria ci sono giochi riscattati con key acquistate su siti non autorizzati. Per questa volta non prenderemo contromisure, ma se da ora in avanti aggiungerai altri giochi provenienti da siti non autorizzati ci prenderemo la libertà di disattivarli, insieme a tutti quelli già individuati”. Diciamo che un avviso di questo tipo sarebbe stato un po’ meno brusco, avrebbe avuto un effetto deterrente uguale o persino migliore, e avrebbe sicuramente fatto girare molto meno i cosiddetti a chi non sapeva neanche di stare facendo qualcosa di presuntamente sbagliato. Non scopriamo comunque oggi che Ubisoft non ha tanto a cuore il mercato PC, dato che la stragrande maggioranza delle sue vendite arrivano dalle console.
Se ci saranno novità sostanziali aggiornerò l’articolo.