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[Mod a pagamento rimosse] Steam: ora le mod sul Workshop possono essere vendute

AGGIORNAMENTO (28/04/2015):

La feature è stata completamente rimossa in seguito alle vaste e prolungate proteste della community. Per maggiori dettagli, potete leggere qui.

 

ARTICOLO ORIGINALE (23/04/2015):

Steam ha appena inaugurato un programma per i propri utenti che non è “destinato a far discutere”, ma che ha già letteralmente scatenato l’inferno su un’infinità di siti e forum, Steam incluso: da questo momento i creatori di mod pubblicate tramite lo Steam Workshop possono vendere il loro lavoro, ovvero distribuirlo solo dietro pagamento da parte degli utenti interessati ad usarlo.

 

Per adesso la nuova funzione sembra in prova, visto che è abilitata solo per quello che riguarda The Elder Scrolls V: Skyrim, ma come al solito Valve è imperscrutabile, e questa nuova politica potrebbe presto venire estesa all’intera piattaforma in maniera definitiva. Ci sono già ora svariate mod in vendita ben evidenziate nella home page del Workshop.

Chi paga per una mod può chiedere un rimborso entro 24 ore dall’acquisto, ma come soluzione non mi sembra onestamente molto garantista; i soldi restituiti vengono per di più addebitati sul portafoglio di Steam, non restituiti al conto da cui provengono, ma questo è un problema alla fine più marginale e ovviabile.

 

 

Il vero, ovvio risultato di tutto questo, invece, sarà la trasformazione automatica di quello che è da sempre stato solo un hobby senza fini di lucro in una sotto-industria di cui Valve vuole rendersi pioniera e intascare i benefici (è infatti bene notare che solo il 25% dei ricavati delle vendite va all’utente realizzatore, come precisato nel regolamento del Workshop).

Questo potrebbe da un lato dare vita ad una piccola categoria di “espansori di giochi” semiprofessionali, ma più nell’immediato riempirà automaticamente di persone disinteressate alle mod e alle community, in cerca di piccole o grandi forme di guadagno incamerate a pioggia, un ambiente prima composto da soli appassionati.

 

Significa, nella pratica, dare la possibilità a chiunque di vendere DLC per tutto ciò che supporta mod su Steam, senza che le persone interessate siano rintracciabili o considerabili responsabili in caso di problemi. E questo per non parlare dell’infinità di potenziali questioni legali dovute all’uso di marchi di proprietà, asset rubati e via dicendo, che andrebbe a rompere per sempre una linea di tolleranza già molto precaria che ha retto fino ad oggi perché, in fin dei conti, nessuno ci lucrava.

In poche parole, il modello a mio modesto parere scandaloso dell’Early Access è appena sbarcato nel Workshop dei giochi veri e verificati. Se ci si somma che Steam è leggendario per l’assenza di controllo su quello che hosta e di garanzie sulla qualità verso i propri clienti, sembra già una tempesta perfetta.

 

 

Vedremo come si evolveranno le cose, e vi aggiorneremo se ci saranno novità.