Nella giornata di ieri Valve ha annunciato sulla propria piattaforma che il programma di Greenlight subirà alcune variazioni a partire dalla primavera 2017, e verrà rinominato in Steam Direct.
Per cominciare, chi tra voi ha vissuto sotto ad un sasso fino ad oggi potrebbe essere interessato a sapere che Greenlight è uno strumento impiegato da Steam per l’auto-pubblicazione di videogiochi. In sostanza, ogni sviluppatore (o presunto tale) può pagare circa 100€ per fare apparire nome, descrizione, video e immagini del proprio titolo in una apposita sezione dello store, dove gli utenti hanno l’occasione di votarlo.
I giochi che ricevono abbastanza voti vengono presi in considerazione da Valve, che contatta lo sviluppatore e si accorda per un’uscita nello store vero e proprio.
Non è ancora chiarissimo quanto di questo processo cambierà con Steam Direct, ma per il momento emergono due punti su tutti: una modifica nel processo di iscrizione al progetto, e un possibile incremento della tariffa per sottoporre un proprio titolo.
Il primo punto sembra volto a facilitare la burocrazia dietro alla pubblicazione di svariati titoli da parte di un unico sviluppatore. Non sapendo esattamente cosa comporti al momento l’iscrizione a Greenlight, è anche possibile che il nuovo iter introduca la richiesta di maggiori dati e garanzie.
La seconda parte è ancora solo nell’aria, ma Valve afferma di essere aperta ad un aumento della tariffa minima di iscrizione, riportando di avere parlato con molteplici sviluppatori e di avere ricevuto richieste di impostarla “da $100 fino a $5’000”. Questo potrebbe essere il passaggio più importante, perché ha il potenziale di tagliare fuori dall’equazione almeno l’enorme fiumana di titoli spazzatura pubblicati per fregare, per scherzo o tanto per provarci.
Quello del modello attuale di Greenlight è, senza dubbi, un grosso problema sulla piattaforma di Valve. Benché la compagnia di Gabe Newell affermi nel comunicato che il modello ha permesso la pubblicazione di “più di 100 giochi che hanno venduto più di 1 milione di copie”, la realtà quotidiana delle cose è una letterale invasione di giochini mediocri, visual novel asiatiche, pack di prova di Unity presentati come giochi completi e originali, ed FPS/TPS Survival con zombie di una qualità indefinibile.
Per darvi un’idea più chiara della situazione, quasi il 40% di tutti i titoli attualmente su Steam sono stati pubblicati nel corso del solo 2016, e un altro 25% nel 2015. Se siete videogiocatori assidui vi sarete resi conto anche voi a pelle che nell’ultimo paio d’anni il volume generale di giochi che vale la pena di giocare, anche considerando gli Indie, non è così drasticamente aumentato.
Per il momento è difficile dire quali effetti produrrà l’introduzione di Steam Direct, ma resta il fatto che Steam continua a non voler fare la sola cosa che avrebbe dovuto fare fin dal principio: aggiungere un passaggio di quality control dall’alto a qualsiasi punto della catena, per tagliare fuori almeno il fondo del barile (che sicuramente costituisce una percentuale sensibile del tutto).