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Soccer Life 2 – In Giappone la gente si annoia. Ma tanto.

Buon Natale a tutti! Aspettate, era due giorni fa? Bah, poco male, tanto se il 27 dicembre siete qui a leggere articoli su giochi osceni e dimenticati significa che tutta questa vita sociale non l’avete, e senza vita sociale chi ha bisogno di un calendario?

Non posso non presentarmi a voi con un regalo; l’ho pagato 5 euro usato qualche settimana fa – e non c’era manco il libretto di istruzioni, maledetti tirchi. Un regalo forse un po’ vecchio e di sicuro non così famoso, ma pur sempre qualcosa. È il pensiero che conta, no?

NO.

 

Soccer Life 2, a.k.a. The Ultimate Nicola Ventola Experience

 

Forse vi sterete chiedendo che accidenti ci fa Nicola Ventola sulla copertina di un gioco per PS2. Ve lo dico io: fa da testimonial europeo per uno dei più poveri e tristi simulatori sportivi che abbia mai visto.

Tra l’altro, questo fa di Nicola Ventola il terzo ed ultimo in ordine di tempo (Soccer Life 2 è uscito nel 2006) calciatore italiano a comparire sulla copertina di un videogioco anche al di fuori dell’Italia, dopo Del Piero (FIFA 2004) e Totti (PES 4). In alto il Tricolore, signori.

 

L’ovvia domanda preliminare è: Soccer Life 2 è addirittura peggio di Football Generation? Questo interrogativo trascende le mie conoscenze di mortale (e probabilmente trascende anche tante altre cose, per dirne una il concetto di bene e male), ma posso affermare che le risate che mi sono fatto giocandoci, persino da solo, sono in quantità paragonabile. E qui NON GIOCHI manualmente a calcio, quindi la situazione si fa decisamente seria.

 

Essendo convinto che cercare di recensire questo gioco come in fin dei conti faccio di solito non renderebbe appieno l’idea, ho deciso di fare per una volta qualcosa di molto diverso: vi racconterò Soccer Life 2 per come l’ho vissuto, passo dopo passo, durante le 3-4 intense ore che ho avuto la forza di dedicargli. La novità vera è che per farlo mi sono premurato di registrare il grosso su DVD, in modo da non dover lasciare troppo all’immaginazione. E anche per fornirvi le prove di quello che dico; in certi momenti se ne sentirà il bisogno.

Oh, e se per caso pensate che passare tanto tempo su un gioco del genere quando avrei altro da fare (ad esempio studiare, o magari finire Borderlands 2…) sia indice di disperazione personale credo faticherete a trovare termini appropriati per definire chi si è preso l’impegno di scriverci un walkthrough completo. NO, NON È UNA BATTUTA.

 

Vi chiedo anche scusa in anticipo se la qualità video e audio del materiale che utilizzo non è eccelsa. La PS2 non è già di suo esattamente un sistema ad alta risoluzione, e il mio videoregistratore non è una scheda di cattura professionale, quindi fa quel che può. Spesso le scritte, soprattutto quelle molto piccole, sembreranno come consumate, e l’audio farà ogni due o tre secondi circa un micro-salto che potrebbe far sembrare la musica spezzettata. Questi problemi, se non segnalerò altrimenti, nel gioco originale non ci sono. Anzi, se c’è una cosa positiva che si può dire di Soccer Life 2 è che gira ad una risoluzione decente e ha un sonoro con una qualità discreta.

 

 

La primissima cosa che mi sono trovato davanti, appena messo il disco nella console, è stato uno strano menù che sembra quasi di debug. La cosa si è fatta più strana quando mi sono reso conto che viene riproposto ad ogni avvio, senza salvare nessuna modifica fatta le volte prima, e soprattutto che a menù superato sarà come se la PS2 lanciasse per davvero il gioco per la prima volta, resettando il segnale video così brutalmente da convincere il registratore per un istante che non ci sia più segnale in ingresso e fermando la registrazione il grosso delle volte.

Quindi, sì, praticamente state giocando in modalità provvisoria.

 

“Ritorna”…
Il traduttore che è in me è stato messo a DURA prova durante questo reportage.

 

Non fraintendetemi, è carino che mi venga data la possibilità di regolare queste impostazioni, ma perché accidenti deve farmi passare da tutte quante ogni santa volta che lancio il gioco? Capisco che non se le salvi di default (nessuna memoria fissa sulla PS2), ma tanto se non devo cambiare niente rispetto alle impostazioni di base sono solo menù inutili da superare, e se devo cambiare qualcosa lo andrò comunque a fare ogni volta che lancio il gioco, non c’è nessun bisogno che mi venga proposto per forza. O, magari, sarebbe stato carino da parte loro permettermi di salvare un profilo opzioni per evitarmi questa discreta rottura, visto che sembrano tanto preoccupati che qualcosa vada storto.

 

Ad ogni modo, superata la fase in cui regoliamo il TV per prepararlo a una simile emozione, arriviamo a – I shit you not – i primissimi istanti di gioco.

 

Ammetto che sto ridendo, ma per tutti i motivi più sbagliati.

Comunque, “l’Agente” ci chiede di scegliere in che Paese installare la nostra base operativa. Nel gioco i Paesi che saranno fonti attingibili di giocatori sono abbastanza, ma come base iniziale possiamo usare solo Spagna, Italia, Inghilterra, Germania o Francia. E, vi starete chiedendo, quali sono le differenze a seconda del Paese che sceglieremo?

La verità è che non ne ho la minima idea, e dubito che qualcosa di fatto cambi, ma il gioco di sicuro ce la mette tutta per convincermi del contrario.

 

 

Gli attaccanti vengono innescati spesso dai passaggi del centrocampo

Un gioco ben strutturato è il primo passo verso la vittoria

Un misto di calcio fisico ed offensivo

Nota per il suo calcio difensivista

Uno stile di gioco ben bilanciato

 

Difensivista?

“Difensivista” esiste in italiano, ma “difensivo” era troppo facile?

Ok, ora mi sto focalizzando troppo sulle piccole cose. Andiamo oltre.

 

Scelgo l’Italia. Sono convinto anch’io che “un gioco ben strutturato sia il primo passo verso la vittoria”. A questo punto, è ora di incontrare “l’Allenatore”.

 

Dialogo tra due programmatori, Giappone, 2005:
– “Ehi, la sai quella cosa che fanno in Occidente a volte quando parlano? Come si chiama… braccia conserte?”
– “Ah, sì. È circa così, vero?” (assume la posizione Ramsete III)
– “Perfetto, grazie. Mi serviva per far aparire più naturali i nostri personaggi.”

 

Per farla breve, l’Allenatore mi chiede, col nostro budget iniziale di 100’000 euro, di comprare un giovane talento da una lista. Tutti i giocatori della lista, logicamente, sono italiani (visto che ho scelto l’Italia come Paese); potrò acquistare giocatori italiani tutte le volte che voglio, mentre per poter attingere da altri Stati del mondo dovrò prima inviare degli osservatori, spendendo anche solo per quello cifre piuttosto proibitive.

La cosa che non capisco è perché di quella lunga lista, col nostro budget, possiamo permettercene al massimo quattro o cinque. Non intedo “possiamo comprare fino a quattro o cinque giocatori”, ma “solo quattro o cinque costano singolarmente meno dei soldi che abbiamo a disposizione”. Che senso ha propormi lo stesso gli altri, visto che il budget iniziale è fisso? Forse quelli sono i giocatori che continuerò ad avere a disposizione per l’acquisto anche nel corso degli anni. Ma, in questo caso… non invecchiano? Tanto non lo sapremo mai. Perché non giocherò mai più a questo gioco, mi sembra evidente.

Alla fine metto gli occhi su un difensore (notare che non ci sono veri ruoli, solo “attaccante”, “centrocampista”, “difensore” e “portiere”):

 

“Perché proprio io…”

 

Oh, andiamo, questo è ridicolo. In nessun modo questa persona può avere 15 anni. Secondo me in realtà tutta questa operazione è solo un modo per frodare il fisco: iscriviamo trentenni all’albo facendoli figurare come ragazzini.

Passando sopra i seri problemi ipofisari di Donitti, il menù di quest’immagine è esaustivo per il 90% di tutti quelli che incontrerete nel gioco:

 

Donitti mi ha convinto, e soprattutto posso permettermelo. Benvenuto nel club.

A questo punto mi sto rammaricando perché inizio a capire che la cosa che più speravo di trovare in un gioco del genere, e in particolare da un gioco di calcio giapponese – la possibilità di creare un calciatore mio con tratti somatici casuali e capelli impossibili – in Soccer Life 2 non c’è.

 

Forse ho parlato troppo presto.

 

Sì, esatto: PRIMA comprate il giocatore, POI potete plasmarlo a vostra discrezione. E la cosa varrà per ogni altro nuovo talento che comprerete nel corso del gioco. Sono in paradiso.

Visto che questo è, appunto, un editor giapponese, provate a indovinare a quale aspetto estetico è stata riservata la maggiore attenzione. Hint hint:

 

So che alcuni di voi credono di avere visto tutto. Anche io lo credevo.

 

Banale…

Uhm… ok…

???

??!?!?!?!!?

?!??!??!?!?!?!!?!?!?!!?!??!

 

Convinto che la natura non sia stata ancora crudele a sufficienza col giovane Donitti, mi metto all’opera. Dopo alcuni minuti di calcolate modifiche facciali e di acconciatura, quindi, il mio protetto è pronto ad esordire nel mondo del calcio. Ed è con immenso orgoglio che ho l’onore di presentare al mondo:

 

Donitti 2.0!
(che, ricordo, ha 15 anni)

 

 

Hmm… Ho già scritto più di 1’500 parole e usato una dozzina di immagini solo per i primi 20 minuti di gioco… Forse è il caso di spingere un po’ sull’acceleratore.

 

Soccer Life 2 è crudele. Mi ha fatto creare Donitti 2.0, ma non mi permette di usarlo; non subito almeno. Incontro di nuovo “l’Agente”, che mi spiega che per farmi adattare al gioco mi verrà dato in prova per un anno un calciatore già affermato di cui seguirò i progressi nel suo club. Anche qui posso scegliere.

Questa però è un’immagine che davvero non posso non mettere.

 

 

Ora vorrei che cercaste di enumerare assieme a me il livello di fallimento di questo fotogramma.

1) Statistiche con alcune scritte iper-compresse (anche sul TV siamo molto vicini all’illeggibilità) e altre spaventosamente grandi

2) “Denaro”, la dicitura più esaustiva di sempre

3) Remaldo

4) Guffen

5) Tutti gli altri nomi

6) “Nazionalità: Francia” (il mix perfetto di “Nazione: Francia” e “Nazionalità: francese”)

7) “Età: 33” accompagnato da “La vera promessa del calcio francese”

8) La noce ci cocco nelle mutande

 

Voto finale (in una scala da 1 a 10, dove 10 è questo): 8. Cioè questo.

 

Scelgo Remaldo. Non che mi faccia poi tanta differenza.

 

I menù di questo gioco sono tra i più incasinati ed anti-intuitivi che abbia mai visto, e dato che Soccer Life 2 è quasi solo menù non è un problema da poco.

 

Il menù base in cui vengo mollato è quello del mio vivaio. Posso scorrere i giocatori che ne fanno parte (nel mio caso Donitti), vedere i Paesi in cui si sta investendo per i fondi, salvare, caricare e andare alla settimana successiva (ovvero dire al gioco “ho finito di smanettare, andiamo alle partite”). E fin qui ok.

Premendo Triangolo vengo mandato al “ProModMenu” (cit.), che è invece il menù che riguarda i giocatori con già una squadra (quindi Remaldo). Per tornare al menù del vivaio non devo premere di nuovo Triangolo – perché avrebbe troppo senso, mi pare chiaro -, dato che esso è elencato comodamente assieme a tutte le altre voci della pagina. In sostanza, quindi, vengo fatto partire da un sotto-menù in cui capitano di esserci anche i comandi per salvare e caricare, anche se non è un menù di opzioni (non che ce ne sia uno, eh).

Ma questo è nulla. Il menù generale a cui sono appena arrivato ha tutta una serie di voci riguardanti i singoli giocatori (“Allenamento”, “Squadra”, “Procuratore”, “Vita privata” e “Notifiche”); se dopo aver messo in evidenza di quale dei giocatori, elencati sulla destra, voglio aprire la relativa voce, vengo mandato logicamente ad un menù per essa. Il punto è che da questa nuova finestra, premendo semplicemente L1 ed R1, si possono scorrere le stesse esatte voci di prima, restando sempre nell’ambito del giocatore scelto all’inizio. Ma allora a cosa serve avermele date tutte singolarmente anche prima?

 

Un’altra cosa che salta subito all’occhio – o, per meglio dire, alla mano – è che Soccer Life 2 non supporta gli stick analogici. Credo sia l’unico gioco per PS2 della storia con questa caratteristica (insieme forse al mitologico Soccer Life 1?). Non è un dramma, perché tanto il d-pad si usa solo per scorrere i menù, ma ciò non toglie che poterlo fare con la levetta sarebbe anche meglio.

 

Premendo da uno dei due menù base (vivaio e giocatori con una squadra) “Prossima sett.” (cit.) mi viene presentato un elenco di tutti gli eventi a cui devono partecipare i giocatori sotto la mia egida e con una squadra (cioè uno per ora, Remaldo) e mi viene detto cosa faranno quella particolare settimana: una partita o un allenamento (più che altro partite).

Posso semplicemente far scorrere la settimana senza fare nulla; in questo caso tutte le partite e gli eventi vengono simulati e io vengo, più o meno, informato dei risultati. In alternativa, posso andare a mettere le mani sulle singole partite – su una, su alcune, su tutte, se solo avessi più di un calciatore –  arrivando a poter influenzare cose curiose, nonché ad assistere allo svolgimento effettivo degli eventi.

Posso assegnare, usando degli slot liberi, delle “abilità” al mio calciatore (del tipo “dribbling”, o “tuffo” per i portieri). Se il mio giocatore è il capitano posso proporre all’allenatore quale tattica tenere in campo – non che l’esito degli eventi sia razionalmente prevedibile in ogni caso (venendo anche praticamente minacciato di morte nel caso la tattica da me suggerita fallisca, benché qualsiasi cosa io dica e succeda in campo la stima dell’allenatore sembra sempre e solo crescere). Molto più banalmente, posso leggere le statistiche delle due squadre coinvolte e un’altra infinità di cose molto meno comprensibili; credo che una finestra serva per sapere in anticipo quali statistiche del mio giocatore miglioreranno dopo la partita, e la cosa divertente è che le statistiche in questione non sono evidenziate da una banale freccia o cose simili. Oh, no. C’è una fiamma ardente.

 

LETTERALMENTE !

 

E, per inciso, questo menù (che ha ovviamente più sotto-menù a sua volta) è ancora più incomprensibile di quello principale.

 

Tutti queste pagine hanno raggiunto se non altro lo scopo di mettere in evidenza uno dei difetti maggiori di Soccer Life 2: le traduzioni italiane. In ogni singola dannata schermata c’è qualcosa che non va, al punto che ho iniziato a chiedermi seriamente se Nicola Ventola non si sia personalmente occupato anche di quelle.

Quando provo a proporre all’allenatore quale modulo usare per la partita lui mi chiede “Hai un’opinione su come è andata la gara?”, anche se ovviamente non abbiamo ancora giocato. La lista delle partite da giocare si chiama “Partita sfida elenco”. Spesso le domande e le risposte delle interviste dei post-partita (che avvengono o no, per quel che vedo, senza una logica) non sono grammaticalmente compatibili, e in certi casi le risposte non hanno nessun senso neanche se prese da sole.

Oh, e ci sono i nomi delle squadre. Che sono ovviamente tutti tarocchi (ma che erano identici anche per la versione inglese, a quanto pare). Non potete neanche immaginare cosa siano, almeno per il campionato italiano.

Milan? Lombardia.
Juventus? Piemonte.
Reggina? Calabresi.
Brescia? Rondinelle.
Palermo? Giaquinti.
Atalanta? Orobici.
Bologna? Dotti.
Lazio? Aquilotti.

Sì, allora la Roma cos’è? I “Lupacchiotti”?

LO SONO.

 

La prima partita di Remaldo, senza nessuna ragione apparente, è una partita tra “riserve” (quando in realtà c’è in campo la prima scelta del Real Madrid). Ovviamente il Ronaldo in questione è quello brasiliano, non quello portoghese. Il gioco d’altra parte è del 2006.

Preparatevi psicologicamente ad assistere alla discesa in campo più triste della storia dell’umanità.

 

Dopo questo intro che credo si commenti da solo assisto agli “eventi salienti” della partita; i giocatori mimano alcune azioni, e sporadicamente compare anche il mister a dettare qualche cambio di tattica. Io, logicamente, non ho modo di fare nulla, neppure quando è coinvolgo il mio giocatore.

Non ho capito il senso di questa modalità. È possibile simulare le partite in tre modi: saltando la settimana, usando il comando “simula”  (che si chiama in un qualche modo stupido che non ho voglia di andare a ripescare) e, ovviamente, così. Perché io, di fatto, non faccio nulla di nulla, semplicemente guardo i giocatori fare, in MOLTO più tempo, quello che saprei comunque che hanno fatto simulando l’evento in altri modi.

 

In effetti però questa avvincente partitella ad una cosa mi è servita: mi ha fatto accorgere di qualcosa di apparentemente inspiegabile. Zidane era una possibile alternativa a Ronaldo, nell’elenco dei giocatori tra cui scegliere, e si chiamava “Zizare”; ora, però, si chiama normalmente Zidane. Ho notato che questo fenomeno si ripete anche per alcuni degli altri giocatori possibili da scegliere all’inizio, quindi deduco valga per tutti: se scegli il giocatore te lo dà con un nome tarocco, ma se lo vedi semplicemente in campo ha il suo normale. Logico.

Ma anche no.

 

Al termine della partita – durante la quale la mia unica occupazione è guardare i giocatori mimare (benino, devo dire) qualche azione e desiderare ardentemente di togliere il disco e scambiarlo con quello di PES 5 – Ronald- ahem, pardon, Remaldo è in una posa statica con il pacco all’infuori rivolto alle sue statistiche, che sono salite grazie alla partita giocata.

Dopo diverse partite mi sono reso conto che l’aumento non sembra dipendere dalla prestazione in campo, ma solo dalla presenza. Un motivo in meno perché la parte delle partite riceva tanta enfasi in Soccer Life 2, se ce ne fosse bisogno. O perché Soccer Life 2 anche solo esista.

 

Santo cielo, è davvero come Ken di Barbie…

 

Ogni tanto avrete la fortuna di partecipare ad una seduta d’allenamento con la vostra nazionale. Questo è probabilmente il momento più confuso e inspiegabile del gioco, quindi ci tengo ad approfondirlo.

Per prima cosa, avete una lista di tutti i vostri calciatori coinvolti nella seduta. Nel mio caso, ovviamente, è solo uno. Una volta che lo avrete scelto comparirà questa finestra.

 

Remaldo non è molto ferrato in “ACCIDENT”. Non sono sicuro se sia un bene o un male.

 

“Allenamento” mi fa allenare con il minigioco più minimale dell’universo: mi viene detto in anticipo quale tasto premere, e devo farlo quando un puntatore che scorre lungo una barra entra in un settore ristretto della medesima. È stupido, e l’unica difficoltà è data dal fatto che l’input dei comandi ogni tanto è in ritardo; d’altra parte, quando si hanno dinamiche in tempo reale così complicate da gestire posso capire che qualche problema semplicemente non sia risolvibile.

“Lotta per il ruolo” è la stessa esatta cosa, solo che competerete contro un giocatore usato dal computer scelto da voi. L’ultimo che sbaglia ha il ruolo da titolare nella prossima partita. Credo non vi sia data la possibilità di farlo se siete già un titolare, ma non ne sono sicuro.

“Ambientati” non fa assolutamente nulla. Mostra quali statistiche stanno letteralmente ardendo (come ho già mostrato prima), credo a significare che sono quelle che aumenteranno nel prossimo futuro.

“Fai una pausa”… ci informa che Remaldo sta facendo una pausa. Se cliccheremo su qualcos’altro ci verrà chiesto se “interrompere la pausa”, e poi ci verrà detto comunque che “il nostro controllo sul giocatore è terminato”. Utile.

“Decide l’allenamento” (traduzione, yeeahh…) ci permette di impostare l’allenamento che si fa selezionando la prima voce. Possiamo decidere quale, o quali, statistiche aumentarci se riusciremo a completare il minigioco demenziale (che per inciso diventa man mano più difficile, perché lo spazio utile per completare l’azione si restringe, e più volte lo faremo correttamente più, credo, alla fine le statistiche aumenteranno).

“Regola parametri?” (cit.) è… boh? Non lo so più. Nulla di rivoluzionario comunque, state tranquilli.

 

La cosa si fa comica quando, dopo essermi reso conto che non posso più fare nulla in allenamento, mi rendo conto anche che non ho la minima idea di come uscire. Con triangolo torno alla selezione giocatore. Triangolo di nuovo non fa nulla. Ci ho messo cinque minuti, ma alla fine ci sono riuscito.

 

Dimenticatevi 100 Doors, questa è una bella sfida.

 

Nella pagina di selezione giocatore i più accorti noteranno che in basso si vede lampeggiare la scritta “obietivo” (cit.). Scorrete in giù l’elenco vuoto fino a far comparire un comando. Selezionatelo, dite di sì, e sarete fuori. Whoa.

 

Avete presente quello che vi ho descritto da quando ho scelto Remaldo ad adesso? Bene, questo sarà il vostro primo anno nel gioco. Settimana successiva, statistiche e pacco di Remaldo, settimana successiva, allenamento, settimana, pacco, eccetera, eccetera, eccetera. Ogni tanto verrete informati dell’esistenza di qualche evento sportivo a cui probabilmente la vostra squadra non parteciperà, e che in ogni caso vi metterà solo più partite in elenco.

 

Con tutte le emozioni che sto vivendo con Remaldo quasi mi sono dimenticato di Donitti. Ormai è parcheggiato nel mio centro da quasi un anno, sarà ora di procurargli un contratto.

Apro la pagina del vivaio, ed effettivamente ci sono alcune squadre interessate a lui. Inizio una trattativa con quella che mi sembra la meno pezzente.

 

Avete presente quando ho detto che l’allenamento è la parte più incasinata? Rettifico.

 

Dopo un po’ di riflessioni e di tentativi sono arrivato a dedurre che “criteri totale” indica quanto la squadra è disposta ad offrire di base, e che quindi le tue offerte devono ruotare intorno a quel valore. Come potrebbe essere altrimenti, d’altra parte.

Provo a proporre 2 anni per 90’000€, ma mi dicono di no. Abbasso a un anno e 45’000. Accettano. Grazie a me ora Donitti ha un futuro.

 

Ho trascorso quasi un anno intero con Remaldo, ed è a questo punto che mi viene spontanea una domanda folgorante: chi sono io?

Non è uno scherzo: chi sono io nel gioco? Riepiloghiamo.

È come se fossi una sorta di spirito guida che segue i suoi protetti ovunque, ispirando le azioni che devono compiere nella vita e lasciando loro un libero arbitrio solo sul terreno da gioco. In sostanza, l’altra metà esatta di quello che si fa in FIFA. In cui oramai ho tentato seriamente di trasmutare il DVD di questo schifo con la sola forza di volontà almeno una decina di volte.

Non riesco a fare a meno di vedere Soccer Life 2 come una sorta di Sam Gold simulator. Sapete, Revolver, il film di Guy Ritchie che nessuno ha visto e che meno di nessuno ha capito? Oh, non importa.

 

 

Il tempo di Remaldo, ahimè, è giunto al termine. Non disperate però: ho un secondo salvataggio, creato in una notte di profonda disperazione in compagnia di un amico, in cui avevo già quasi finito una stagione con Buffon (Guffen per gli amici e per il suo angelo custode, cioè io). Simulo tutto quello che rimane per vedere cosa succede dopo.

Non mi pento per niente di avere fatto quest’ultimo sforzo.

 

Il campionato è appena terminato, il Piemonte (Juventus) ha vinto. È qui che la storia del nostro Guffen ha inizio.

(Cito letteralmente il gioco per non perdere la straordinaria prosa)

 

Capitolo 1: un incontro fortuito

“Avendo un giorno libero, decidi di andare in centro. Mentre cammini per le vie piene di negozi,”

“Sbatti addosso ad una donna che cammina verso di te, versandole sui vestiti il caffè che tenevi in mano.”

“Riesci a calmarla, le dai il tuo numero di telefono e prometti di farti perdonare presto.”

“IncontriAlayne .” (con lo spazio dopo, non prima del nome)

“La tua motivazione è aumentata.”

 

Capitolo 2: un incontro fortuito

“Mentre ritorni a casa, dopo un sospirato giorno di shopping, noti un portafogli per terra.”

“Guardandoti intorno noti una donna che cerca qualcosa. Ti avvicini a lei e…”

“Con questo, prometti di invitarla a cena prossimamente e vi scambiate i numeri di telefono.”

“IncontriEthel .” (come sopra)

“La tua motivazione è aumentata.”

 

Capitolo 3: un incontro fortuito

“Una donna ti abborda nel corridoio che porta agli spogliatoi, dopo l’allenamento.”

“E con questo, ti porge un asciugamano bianco. Tu lo prendi e mentre parli con lei,”

“Finite col fare amicizia. Dopo esservi scambiati i numeri, prometti di rivederla.”

“Incontri Leona .” (con uno spazio sia prima che dopo il nome, stavolta)

“La tua motivazione è aumentata.”

 

FINE.

Fine perché Guffen mi viene tolto, visto che l’anno di prova è terminato.

 

Sopprimetemi.

 

Un anno nel mondo di Soccer Life 2 è dunque trascorso. Re-incontro l’Agente, che mi informa che il mio giovane talento (in questo salvataggio un tale Panachiski, un tedesco con la pelle scura e i capelli simili a cristalli di quarzo latteo) ha trovato una squadra. Mi viene addirittura chiesto di scegliere il numero di maglia.

 

Questa immagine mi sta implorando in ginocchio di insultarla in almeno 5 modi diversi, ma senza bisogno che io aggiunga nulla è già un discreto insulto al Creato tutto.

 

Poi faccio un rapido passaggio anche dall’Allenatore, che mi dice qualcosa di inutile.

Inutile perché tanto non rigiocherò mai più questo a strumento di tortura interattivo. Fine della corsa.

 

 

Tirando le somme, immagino che Soccer Life 2 sia un buon gioco. Se il vostro scopo è trovare la giusta motivazione per compiere l’estremo gesto.

Questa indefinibile abominazione è stata creata dal e per il concetto stesso di Agonia, e potrebbe essere usata in un dibattito teologico come prova empirica a favore della tesi che Dio non esiste. Prenderei in considerazione l’idea di giocarlo anche solo un’altra volta solo se fosse l’unica alternativa al saltare in un vulcano attivo, e probabilmente alla fine sceglierei comunque il vulcano.

Quindi, nel caso non si fosse capito, la risposta è “no, non comprate Soccer Life 2”.

 

Buon Natale e Buon Anno a tutti. Tranne a chiunque sia stato anche solo lontanamente coinvolto nella concatenazione di eventi che hanno fatto entrare questo DVD nella mia vita.