The Ice Dragon
Ci siamo, è finalmente giunto il gran finale della prima stagione di Game of Thrones raccontata dai ragazzi di TellTale. Un’avventura che ci ha accompagnato per quasi un anno, facendoci vivere in prima persone le vicende legate alla famiglia Forrester, all’interno dell’universo ideato dal geniale George R.R. Martin. Le decisioni che abbiamo preso nel corso di questi 6 capitoli non ci hanno fatto dormire la notte, dubbi esistenziali ci hanno attanagliato per mesi, ma ora è tutto finito…o forse no?
N.B.: La seguente recensione contiene o può contenere spoiler riguardanti il sesto capitolo e i precedenti, qualora vogliate approcciare il titolo in futuro o vi apprestiate a farlo vi consiglio di non procedere alla lettura per evitare spiacevoli anticipazioni che potrebbero minare la vostra esperienza di gioco.
Fire and Blood
L’episodio si apre su Gared e la sua compagnia, formata dalla piccola Sylvi e da Cotter, ferito gravemente dopo l’ultimo incontro con gli Estranei. Nel gelo della notte, lo scudiero di casa Forrester porta finalmente a termine la sua missione trovando, finalmente, il famigerato “North Grove”, al cui interno dimora un misterioso gruppo di membri del Popolo Libero. Onestamente ci saremmo aspettati qualcosa di più dato che la linea narrativa di Gared si è basata tutto sommato esclusivamente sulla scoperta di questo luogo, della cui importanza sappiamo ancora poco o niente nonostante la stagione sia ormai terminata. Certo, verremo messi di fronte a delle verità senza dubbio affascinanti, posti di fronte a un paio di scelte moralmente complicate, ma, come già detto, la narrazione per quello che riguarda Gared non si conclude certo nel migliore dei modi e, possiamo dirlo apertamente, qualora non venisse annunciata una seconda stagione ci rimarremmo parecchio male.
La situazione ad Approdo del Re invece è tutto un altro discorso. La tela di scelte che Mira ha tessuto nel corso di questi sei episodi è ormai completa ed è ora di valutarne la solidità. Qualora abbiate saputo gestire con destrezza e diplomazia le complicate relazioni sociali della capitale dei Sette Regni non avete nulla di cui temere, ma se così non fosse, il prezzo da pagare potrebbe essere addirittura capitale. Ed è proprio dal filone narrativo di Mira che comprendiamo la finezza e l’attenzione al dettaglio a cui TellTale ci ha ormai abituato, motivo per cui veramente ogni singola e più insignificante decisione presa nel passato può inaspettatamente rivoltarcisi contro nel presente. Mantenere intatto l’onore e la propria dignità o salvare la propria vita? Per chi gioca al Gioco del Trono la scelta non è poi così scontata.
Due episodi in uno
Il terzo e ultimo filone narrativo rimasto da raccontare è sicuramente il più interessante, in quanto dipende esclusivamente dalla cruciale scelta effettuata al termine del precedente capitolo. L’aver scelto quale dei due fratelli maggiori Forrester lasciare in vita ha condizionato irreparabilmente il futuro di Ironwood. Ecco che vi troverete a dover gestire l’emergenza dell’ormai imminente minaccia WhiteHill nei panni del diplomatico e saggio Rodrik, o dello spavaldo e impulsivo Asher. Due esperienze ludiche totalmente differenti che spingeranno i giocatori più appassionati a giocare più di una volta gli ultimi due capitoli andando a verificare lo svolgersi delle vicende in entrambi i casi. E una cosa che non potranno fare a meno di notare è come inevitabilmente, secondo la più classica delle meccaniche della saga, il lieto fine è qualcosa di assolutamente sconosciuto per i protagonisti. Il che, per quanto frustrante, durante la visione della serie tv o la lettura dei libri può dare relativamente poco fastidio in quanto lo sviluppo delle vicende esula dalla nostra volontà. La storia invece cambia nel caso le nostre decisioni siano fondamentali nel modificare il destino dei “nostri” personaggi. Ed ecco che compare nel giocatore un subdolo quanto inarrestabile senso di insoddisfazione nel vedere le proprie decisioni portare quasi sempre a esiti negativi, per quanta prudenza si possa porre nel prenderle. Rivelarsi leali alla propria protettrice porterà inevitabilmente al vacillare di altre profonde amicizie, cercare di proteggere i propri familiari con la forza o con l’inganno poterà sempre e comunque al sacrificio di alcuni di essi…insomma, ci aspettavamo di non poter vincere il Gioco del Trono, ma non possiamo negare che un po’ di senso di ingiustizia lo abbiamo provato.
Arrivederci Westeros
Il giudizio finale su Dragon of Ice, e ovviamente sulla stagione intera, non può che essere estremamente positivo: nonostante un inizio abbastanza traballante e che ci ha onestamente fatto preoccupare, TellTale è riuscita a risollevarsi, proponendoci un sequel di capitoli sempre migliori, che hanno saputo affrontare e tenere testa anche alle vicende originali nate dalla penna di Martin, riuscendo davvero nell’intento di trasportare il giocatore nell’universo dei Sette Regni e renderlo indirettamente protagonista di intrighi, drammi familiari, guerre e giochi di potere. Un’esperienza magnifica non solo per i fan della serie, che potranno apprezzare la minuziosità dei riferimenti all’opera originale, ma anche per coloro che alla saga non si sono mai avvicinati e che magari coglieranno adesso l’occasione per farlo. Interessante anche il recap finale ideato dagli sviluppatori che, attraverso le voci degli attori originali della serie TV, ripercorre, come in un racconto, le nostre scelte, sottolineandone gli effetti e paragonandole a quelle effettuate dagli altri giocatori in tutto il mondo, dando infine una sorta di valutazione al nostro “modus operandi”.
Valar Morghulis