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Star Wars Battlefront (PS4) – Recensione

Quando nel corso della conferenza di Electronic Arts tenutasi in occasione dell’E3 2013 fu annunciato per la prima volta Star Wars: Battlefront, in seguito ad un momento di euforia generale sorsero i primi dubbi sulla natura del gioco. È stato soprattutto il successo ben riconosciuto ai due capitoli della serie datati 2004 e 2005 in questi due anni a spingere i giocatori che attendevano un suo possibile ritorno a perdere le proprie speranze sul nuovo titolo, nonostante i trailer “cinematografici” in tipico stile DICE, proprio perché sviluppato da quest’ultima casa sviluppatrice sotto la supervisione di EA. La possibilità di vedere il sequel tanto atteso di una delle proprie serie preferite rovinato a causa di contenuti a pagamento e dell’assenza di una modalità offline consistente era talmente forte che più volte la software house svedese è dovuta intervenire attraverso comunicati e interviste per rassicurare tutti i fan di Star Wars e promettere loro un’esperienza davvero autentica.

Ad ormai diversi giorni di distanza dal rilascio del gioco sono state tratte le seguenti considerazioni su uno dei titoli più attesi dell’anno, e proprio la delusione di aspettative così grandi potrebbe essergli costato caro; ma entriamo subito nel dettaglio del gioco.

A long time ago in a galaxy far, far away…

Non era possibile iniziare con titolo differente questa recensione, e la sua banalità mi sarà certamente perdonata. Star Wars: Battlefront è uno sparatutto in prima e terza persona, sviluppato da DICE e pubblicato da Electronic Arts il 17 novembre in Nord America, il 19 in Europa e il 20 in Regno Unito. Il titolo si propone di far rivivere le battaglie, i luoghi e i personaggi caratteristici di una della saghe più famose e amate di sempre: i giocatori si daranno battaglia su alcuni dei pianeti più celebri dei primi sei film, come Endor, Hoth e Tatooine, ma anche in quelli (come Jakku e Sullust) che faranno da sfondo alla settima pellicola Star Wars: Il risveglio della Forza, in uscita il prossimo 16 dicembre nelle sale cinematografiche italiane.

Il gioco presenta principalmente due modalità di gioco: da una parte, le missioni in singolo o in cooperativa suddivise in Addestramento, Sopravvivenza, Battaglie e Battaglie eroiche per comprendere essenzialmente le meccaniche elementari di gioco; dall’altra il comparto multiplayer, che offre al lancio nove modalità di gioco (a cui si aggiunge ‘Punto di svolta’ tramite il DLC gratuito “Battaglia di Jakku”) le quali variano in base al level design della mappa, il numero di giocatori massimo, la presenza di veicoli aerei o terrestri e di eroi o malvagi. ‘Assalto Camminatori’ vede contrapposte due squadre da massimo 20 giocatori ciascuna in cui i Ribelli devono abbattere gli AT-AT difendendo gli uplink utili a chiamare i bombardieri Ala-Y, con l’Impero che cercherà di contrastarli. Anche ‘Supremazia’ (insieme al già citato ‘Punto di svolta’) supporta fino a 40 giocatori divisi in due squadre, e in questa modalità entrambe le fazioni si contendono cinque posizioni lungo tutta la mappa. Passando alle modalità con meno giocatori (fino a 20), in ‘Squadrone di Caccia’ si combatterà nei cieli dei diversi pianeti, mentre ‘Eliminazione’ consiste in un semplice deathmatch a squadre dove la fazione che elimina più avversari vince. Altre due modalità classiche presenti sono ‘Corsa ai Droidi’, in stile “dominio” (ma le tre postazioni da catturare e difendere sono in movimento), e ‘Cargo’, in stile “cattura la bandiera”: entrambe prevedono un massimo di 12 giocatori. ‘Zona di Lancio’, ‘Caccia all’eroe’ ed ‘Eroi contro Malvagi’ offrono un’esperienza di gioco leggermente diversa: nella prima, due squadre da 8 giocatori si contendono dei gusci; nella seconda, una squadra da 7 giocatori ha il compito di affrontare un singolo eroe; infine, nella terza, si danno battaglia due squadre da 6 giocatori, l’una composta da eroi e l’altra da malvagi (insieme alla fanteria).

Le fazioni presenti sono due, l’Alleanza Ribelle e l’Impero, ed è possibile personalizzare il proprio soldato scegliendo una delle 125 teste presenti, tra cui nuovi personaggi di varie specie della galassia. In particolare i Ribelli potranno contare sui Quarren, caratterizzati da quattro tentacoli che spuntano dalle mascelle e originari del pianeta Mon Cala, sui Rodiani, rettili umanoidi del pianeta Rodia caratterizzati da pelle verde squamata, sui Sullustiani, originari del pianeta Sullust che si distinguono per le guance prominenti, sui Twi’lek, umanoidi alti ed esili che si contraddistinguono per i due tentacoli prensili che spuntano dalla nuca, sugli Zabrak, carnivori originari di Iridonia riconoscibili dalle corna e dai tatuaggi sul volto, e infine sugli Ishi Tib, creature anfibie del pianeta Tibrin con la pelle verde e gli occhi sporgenti.L’Impero invece, oltre agli ordinari soldati imperiali, potrà contare sugli Scout Biker e sui nuovi Assaltatori Ombra.

Da destra verso sinistra: un Rodiano e uno Scout Biker, entrambi con un Cannone ad impulsi

Sono 11 i blaster tra cui scegliere per il combattimento, ognuno con i propri pregi e difetti in base ai luoghi degli scontri e alle modalità: i fucili blaster standard adottati dai Ribelli e dall’Impero sono rispettivamente l’A280C e l’E-11, potenti e versatili, a cui seguono due blaster pesanti dall’eccellente cadenza di fuoco e molto efficaci a lungo raggio, l’RT-97C e il DLT-19; i fucili di precisione, il T-21 e la sua versione più lunga T-21B; l’EE-3, che spara raffiche da tre colpi a lungo raggio; il CA-87, blaster modificato dai Jawa e unico fucile a pompa del gioco; e infine le tre pistole blaster, la SE-14C (che spara raffiche da 5 colpi), la DH-17 e la DL-44, ottime a medio e corto raggio. È possibile creare il proprio equipaggiamento (“kit”) scegliendo fra tre delle 18 carte stellari sbloccabili con l’avanzare dei livelli che includono oggetti e potenziamenti molto utili per il combattimento, come detonatori termici e jetpack o scudi personali e impulsi radar: sarà dunque fondamentale comprendere cosa utilizzare in una determinata mappa per poter avere la meglio sui propri avversari.

L’EE-3, un fucile blaster che con il tempo ho incominciato ad apprezzare per la sua versatilità

Il gioco offre la possibilità di impersonare gli eroi e i malvagi caratteristici dei film tramite appositi potenziamenti presenti sul campo (che includono anche altri oggetti fondamentali come attacchi orbitali, scudi di squadra e razzi intelligenti): a fianco della fazione imperiale si potrà scegliere fra Darth Vader, la cui ridotta velocità è compensata dai forti attacchi speciali Strangolamento della Forza e Lancio della spada, l’Imperatore Palpatine, che folgora i propri nemici con l’attacco base, il Fulmine della Forza o dileguarsi dal campo di battaglia con lo Slancio della Forza, e il famoso cacciatore di taglie Boba Fett, letale dalla distanza grazie al suo Razzo guidato e altrettanto nel corpo a corpo con il Lanciafiamme: si tratta di certo del personaggio più forte, ad oggi, presente nel gioco. D’altra parte, i Ribelli potranno contare su Luke Skywalker, molto agile e pericoloso per le sue abilità Spinta della Forza e Scatto con la spada, la Principessa Leia Organa, più utile nel supporto per via del suo Scudo di Squadra, e il contrabbandiere Ian Solo, efficace sia a corto che a lungo raggio grazie ai suoi poteri Sei colpi e Colpo fortunato.

Non c’è storia: il rinomato cacciatore di taglie è il personaggio più temuto del gioco

 

“Alla portata di tutti”, missione riuscita: perché sì…

L’obiettivo degli sviluppatori è stato chiaro fin da subito ed è stato espresso senza mezzi termini: dare la priorità al divertimento e ad una esperienza di gioco che fosse la più coinvolgente possibile, ricreando fedelmente i luoghi e i suoni che i fan della saga hanno maggiormente apprezzato, lasciando in secondo piano il lato competitivo riguardante il lavoro di squadra che ha da sempre caratterizzato la serie Battlefield. Si tratta di una scelta necessaria e certamente condivisibile, dal momento in cui si cercava di attrarre da una parte i videogiocatori di vecchia data che hanno speso ore davanti a Battlefront (2004) e Battlefront II, dall’altra gli appassionati della serie sparatutto in prima persona che ebbe inizio nel 2002 e dall’altra ancora tutti gli ammiratori della saga cinematografica: un compito arduo, di cui DICE aveva consapevolezza e che per certi versi è stata in grado di affrontare. Infatti, i giocatori dei primi due capitoli della serie Battlefront riconosceranno come familiari varie meccaniche di gioco, in primis l’utilizzo della terza persona e il surriscaldamento delle armi; quelli della serie Battlefield individueranno nel gioco di squadra (per quanto limitato possa essere, a seconda delle modalità) un elemento che hanno avuto ben modo di conoscere; e infine, ogni singolo fan di Star Wars non potrà che rimanere stupefatto di fronte al lavoro compiuto dalla casa sviluppatrice.

Sul versante grafico e sonoro, Star Wars Battlefront eccelle senza alcuna ombra di dubbio, nonostante il titolo su Xbox One raggiunga i 720p e su Playstation 4 900p. Le texture delle mappe e la fisica del gioco sono più che notevoli ed è chiaro che la risoluzione sia stata sacrificata in favore di un frame rate incredibilmente solido nella maggior parte delle situazioni, capace di reggere le fasi più concitate di gioco quasi sempre su entrambe le piattaforme, come anche evidenziato dalle analisi di Digital Foundry pubblicate di seguito.

L’incredibile evoluzione (in positivo) dell’ottimo motore grafico Frostbite 3.0, che si conferma come uno dei più avanzati in ambito videoludico, permette che ogni mappa venga sempre modificata nel corso della partita, che sia l’impronta dei soldati su Hoth o lo schianto di un veicolo su Tatooine o il crollo di un albero su Endor dovuto ad una esplosione. Esso è compensato da un altrettanto magistrale comparto sonoro. In particolare grazie a quest’ultimo nel corso di qualsiasi partita sarà possibile rivivere appieno l’esperienza della saga cinematografica e verremo immersi completamente negli scontri che l’hanno contraddistinta, con anche la presenza della famosa colonna sonora nei momenti più significativi: niente da invidiare dunque ai tanto celebri film.

Uno sguardo alla versione diurna di Endor, con l’avanzare sullo sfondo degli Star Destroyers: è segno di una possibile imminente vittoria della fazione imperiale

 

… e perché no

La volontà degli sviluppatori di rendere veramente accessibile Star Wars Battlefront a tutti si è di conseguenza riflessa sulla sua giocabilità: già a partire dal primo impatto con il gioco è possibile comprenderne l’incredibile freneticità delle partite e sarà facilissimo adattarsi ad essa. Nessuna frustrazione quindi per i giocatori principianti, che potranno certamente divertirsi dal momento in cui sono stati messi sullo stesso piano dei veterani non solo grazie alla semplicità generale del titolo ma anche all’inserimento di carte stellari, come il Cannone a impulsi, che permettono di fare uccisioni in modo piuttosto semplice. D’altro canto, tuttavia, i giocatori più esperti avranno di che lamentarsi quando verranno letteralmente sommersi da razzi intelligenti ed esplosivi quali detonatori termici, bombe di prossimità e granate ad impatto, oppure quando verranno agganciati facilmente da missili mentre stanno sorvolando il campo di battaglia con i propri mezzi. Gli Eroi e i Malvagi, se usati con un minimo di criterio, possono essere davvero devastanti e divertenti da usare, ma per tantissimi altri sono in grado di rendere una partita poco piacevole. Uno dei problemi del gioco si rivela essere, dunque, il bilanciamento: ma, non trattandosi di qualcosa di eccezionalmente negativo e conoscendo ormai gli sviluppatori, le basi per rendere il gioco ottimo (anche) sotto questo aspetto ci sono.

La possibilità di scegliere fra dieci modalità di gioco multiplayer e tre tipi di missioni per uno o due giocatori, insieme alla già citata agevolezza nel gameplay che permette inoltre di sbloccare piuttosto velocemente tutti gli oggetti presenti, incide non poco negativamente sulla longevità del gioco. La mancanza di un comparto single player non è stata sufficientemente compensata dalla modesta rigiocabilità delle missioni, che in caso di assenza di un altro giocatore si rivelano essere ancora più noiose, ed è stato chiaro fin da subito che la quantità di contenuti della più rilevante modalità multigiocatore sia troppo scarsa per un titolo che si candida ad essere tra i migliori dell’anno. Infatti, al momento, le mappe sono poche, nonostante siano ben curate, e spesso i combattimenti si concentrano su piccole porzioni di quelle: ciò si traduce in ore di gioco alla lunga ripetitive per la mancanza di varietà. DICE ha pensato di far spendere i crediti ottenuti, che potrebbe risultare eccessivi dopo 25 livelli, nelle ricariche delle carte stellari limitate, ma senza questo meccanismo entro il livello 30 sarebbe stato già possibile sbloccare tutto, tra blaster e carte. La fiducia, anche in questo caso, in futuri aggiornamenti che portino ulteriori mappe di gioco gratuite (oltre a quelle ottenibili attraverso il Pass stagionale) c’è, ma è un dato di fatto che i contenuti al lancio siano inadeguati ad un titolo di tripla A tanto discusso e pubblicizzato come Battlefront.