UN PAZZO GIOCO CHE NON FA IMPAZZIRE
Pazzo. Se dovessi descrivere Saints Row: The Third in un aggettivo, userei sicuramente il termine pazzo. Il gioco sviluppato da Volition vuole prima di tutto far divertire il videogiocatore, e sicuramente in certi frangenti ci riesce alla perfezione. Chi sa prendere la vita non troppo sul serio riuscirà ad apprezzare questo gioco; tutti gli altri stiano alla larga.
CHI BEN COMINCIA È A METÀ DELL’OPERA
Saints Row: The Third è il perfetto esempio di inizio in medias res. Inizieremo nel vivo dell’azione, e dovremo rapinare una banca facendoci largo a suon di piombo tra i proiettili nemici. Un inizio a dir poco folgorante, provare per credere. La rapina, però, non andrà a buon fine, e a questo punto ci verrà presentato l’incipit dell trama: noi siamo i Saints e dominiamo la città di Steelport. Siamo una banda di gangster tanto famosa da apparire in televisione negli spot pubblicitari, siamo amati dalle folle e ormai possiamo essere considerati una vera e propria impresa. Tutto questo finché un’altra gang – i Syndicate – non ucciderà Johnny Gat, membro storico dei Saints. A questo punto sarà nostro dovere vendicare l’amico scomparso e riprendere il controllo della città.
Niente di particolarmente originale, ma è esattamente quanto basta. Sì, perché Saints Row: The Third è un gioco che punta tutto sul divertimento. La trama diventa quasi un elemento secondario, sviluppato in modo tale da non limitare in alcun modo la libertà d’azione. Nonostante ciò, alcune scene d’intermezzo sapranno strappare più di un sorriso, merito anche di personaggi fuori di testa e ben caratterizzati. Va sottolineata, inoltre, la possibilità di compiere alcune scelte durante il gioco, che culmina in un doppio finale. Non ci troveremo di fronte a dilemmi morali alla The Walking Dead, ma la possibilità di prendere alcune decisioni, anche se di minima importanza, dona quel pizzico di coinvolgimento in più che non guasta mai.
FOLLIA ALLO STATO PURO
Saints Row: The Third è divertimento nudo e crudo, e lo si capisce fin dai primi minuti di gioco. La creazione del personaggio ci permetterà di sbizzarrire tutta la nostra fantasia e dare vita ai criminali più improbabili mai visti. Ma va bene così, visto che le varie missioni del gioco metteranno il nostro protagonista di fronte alle situazioni più disparate. Assalti ad aerei in volo, irruzioni in bordelli, servizio taxy al pappone di turno, lotte di wrestling e chi più ne ha più ne metta.
Tra una missione e l’altra, potremo girare liberamente per Steelport, che sarà completamente esplorabile fin dall’inizio. Per farlo, avremo a disposizione tanti diversi tipi di veicoli: auto, moto, barche, elicotteri, aerei, carri armati e perfino scope volanti. Anche la gamma di armi è abbastanza varia, seppur decisamente più limitata. Oltre ai classici fucili a pompa, fucili d’assalto, fucili di precisione, pistole, lanciamissili e lanciagranate, troveremo anche molte chicche, ad esempio un… dildo. Sì, avete capito bene.
Ma come impiegare tutti questi veicoli e queste armi? Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Qualsiasi nostra azione, che sia paracadutarci da un grattacielo, guidare contromano, investire pedoni o eseguire super-salti in auto ci premierà con del rispetto, che ci permetterà di salire di livello. Salendo di livello, sbloccheremo potenziamenti e abilità speciali per il nostro protagonista. Si va dall’aumento di salute alla riduzione dei danni da proiettile, passando per l’inserimento del turbo in ogni vettura e così via. La crescita del personaggio è davvero soddisfacente, e sarà uno degli incentivi principali a finire il gioco, visto che non sarebbe esagerato dire che potremo arrivare ad essere un Dio in terra (virtuale).
QUANTO COSTA ESSERE UN SAINTS
Saints Row: The Third offre la possibilità di essere praticamente invulnerabili, ma offre non è esattamente il termine giusto. Potenziare il nostro personaggio ci costerà un bel po’ di dollaroni, che andranno guadagnati faticosamente. Per diventare ricchi bisognerà portare a termine molte missioni, sia principali sia, anzi, soprattutto secondarie. Per fortuna, le attività extra non mancheranno. Si va da furti ed omicidi su commissione alla ricerca di oggetti collezionabili, passando per innumerevoli folli missioni, come correre nudi per strada per shockare i malcapitati passanti o farsi investire volontariamente per simulare incidenti e intascare i soldi dell’assicurazione.
Tuttavia, sebbene sia difficile trovarsi ad andare in giro per Steelport senza avere niente da fare, le attività extra, alla lunga, possono risultare noiose e ripetitive. L’ideale, quindi, sarebbe alternare missioni secondarie a missioni principali – decisamente più varie e divertenti. Un’altra valida alternativa, potrebbe essere giocare in cooperativa (massimo 2 giocatori, purtroppo) con un amico: risate garantite. La stesso vale per la modalità di gioco (sempre cooperativa) “Lorda”, in cui ci troveremo ad affrontare ondate di nemici, utilizzando armi casuali e diverse ad ogni turno. Anche in questo caso, sarà impossibile non farsi scappare un sorriso; affrontare forze speciali militari armate esclusivamente di falli di gomma non ha prezzo.
Tutto ciò porta ad una longevità più che buona. Circa 15 ore per terminare le 47 missioni principali e non meno di 50 ore per completare il gioco al 100%. Traguardo, quest’ultimo, che non tutti saranno motivati a raggiungere, vista una certa ripetitività di fondo che può giungere facilmente col passare delle ore di gioco.
TUTTO CIÒ È ASSURDO!
Saints Row: The Third, è un gioco pazzo, esagerato, assurdo, come detto fin dall’inizio della recensione. Ma questo eccesso di azione, violenza, situazioni grottesche e personaggi a dir poco fuori di testa nascondono un sottile filo logico che scorre lungo tutta l’avventura. Potrà sembrare strano, ma dietro quel velo di demenzialità che caratterizza Saints Row 3 si possono cogliere messaggi profondi ed interessanti critiche alla cultura americana; il tutto in chiave satirica, ovviamente. Un po’ come accade nel famoso cartone animato I Simpson, tanto per intenderci.
Ma il gioco sviluppato da Volition non è certo esente da difetti, soprattutto per quanto riguarda il comparto tecnico. Di bug e piccoli errori vari ce ne sono, ma per fortuna niente di grave. Vedere la propria auto fare un volo di 30 metri per aver urtato lo spigolo di un marciapiede, in fondo, può addirittura strappare un sorriso. Assurdo per assurdo, si potrebbe quasi pensare che sia un easter egg. Personalmente, l’unico problema serio riscontrato è stato un bug nella missione “Il problema belga” (trovato nella versione PC di Saints Row: The Third), per cui non si visualizzava una sequenza filmata indispensabile al proseguimento del gioco e, quindi, il mio personaggio moriva puntualmente, impedendomi di completare il livello. Comunque mi è bastato diminuire al minimo la risoluzione per risolvere il problema, che ho scoperto essere comune anche ad altri videogiocatori.
Il comparto sonoro, invece, regala alcuni momenti indimenticabili – la musica di sottofondo durante alcune missioni principali è davvero azzeccata. Le stazioni radio, invece, sono un po’ limitate. Poche emittenti e numero di canzoni abbastanza limitato. Anche il doppiaggio e gli effetti sonori non fanno gridare al miracolo.