Fallout: New Vegas è l’ultimo capitolo della serie di giochi della serie Fallout, un titolo che si è saputo distinguere nel panorama degli RPG per le ambientazioni fortemente caratterizzate, il loro valore simbolico, le implicazioni etiche connesse agli eventi, la cui cifra stilistica sta nell’estrema libertà data al giocatore, non solo nella creazione del personaggio, ma, soprattutto, nello svolgimento della storia stessa. Un lavoro che porta il marchio della Obsidian e della Bethesda e che offre un mondo nel quale perdersi e dal quale è difficile non lasciarsi catturare.
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Ricordate l’inizio di Fallout 3? Si partiva dalla nascita del personaggio. Beh! In Fallout: New Vegas il termine diventa l’esatto opposto, di conseguenza si partirà dalla nostra morte. La luna è alta in cielo, l’orizzonte è illuminato dalle luci di New Vegas che conferiscono all’ambiente intorno a noi un colore blu quasi solido tant’è vivo. Abbiamo i polsi legati e dei tizi alquanto loschi hanno scavato una fossa nel cimitero in cui ci troviamo. Siamo stati fregati, questo è certo, dovevamo semplicemente consegnare un pacco al Sig. House e storia finita, chi avrebbe mai pensato che la vita del corriere potesse essere così pericolosa. Il tempo per pensare è finito, il più losco dei tre tizi, toglie la sua automatica col calcio in avorio e ci pianta una pallottola in testa. Siamo morti! Il problema coi morti è uno solo, cioè quando non lo sono davvero, qualcuno ci ha tirato fuori dalla fossa, malconci, ma ancora vivi e ci ha lasciato alle cure del dottore di Goodsprings, una squallida cittadina lungo l’interstatale. Il doc. Mitchell ci ricuce al meglio, ma non fa nulla, d’altronde è già un miracolo l’essere sopravvissuti, poi ci informa che il nostro salvatore è Victor, un inquietante robot Securitron. La faccenda ha un ché di sospetto, le domande sono troppe e troppo scomode, e la sete di vendetta è un sentimento che non tarda a crescere. In un mondo reso duro dalla contaminazione atomica, la guerra non cessa mai, ed il nostro ruolo nella partita che si sta giocando potrebbe essere più importante di quel che pensiamo. Gli equilibri stanno per cedere, la Legione di Caesar ha dei nuovi alleati e se la RNC (Repubblica della Nuova California) perde Hoover Dam avrà perso molto di più di una semplice battaglia. Tra maniaci sanguinari, ghoul sfigurati dalle radiazioni e il deserto del Mojave si deciderà il nostro destino che, inevitabilmente, ci condurrà a rischiare tutto nella città di New Vegas, dove perdere la vita è semplice come perdere ai dadi.
GAMEPLAY
Per quanto riguarda il gameplay, Fallout: New Vegas non si discosta dalla linea seguita dal terzo capitolo della serie. Chi ha già giocato a questo titolo si troverà sicuramente a proprio agio sin dai primi minuti di gioco. La creazione del personaggio, dopo una fase prettamente estetica, ci vedrà impegnati nel distribuire i punti SPECIAL, questo termine non è nient’altro che l’acronimo di Strength (forza), Percezione, Endurance (resistenza), Carisma, Intelligenza, Agilità e Luck (fortuna), questi punti influenzeranno lo stile di gioco da adottare e ci aiuteranno o penalizzeranno nello svolgimento delle varie quest. I punti SPECIAL, inoltre, andranno a governare l’andamento delle nostre abilità e ne determineranno il fattore di crescita. Sempre come in Fallout 3, sono presenti i Perk che si guadagnano ai passaggi di livello e che implementeranno le nostre caratteristiche in modo che siano più efficaci. Un’altra vecchia conoscenza è lo SPAV, l’acronimo di “sistema di puntamento assistito della Vault-tec“, attraverso lo SPAV verremo aiutati dal Pip-boy 3000 nella esecuzione di colpi spettacolari a danno dei nostri avversari, l’efficacia dei colpi è data, ovviamente, dalla nostra bravura nell’utilizzo dell’arma che useremo. Fin qui tutto vecchio, le novità cominciano quando si inizia a parlare di Karma che, seppur presente nel titolo precedente, in Fallout: New Vegas è gestito molto meglio e, soprattutto, si mette in relazione al Rispetto nei nostri confronti da parte delle varie fazioni presenti nel gioco. Le fazioni in questione sono la Legione di Caesar, la RNC, i Great Khan e altre minori, il loro rispetto deriverà, in buona misura, dalla scelta della nostra condotta, ma anche dall’affiliazione a gruppi avversari e dalle quest svolte per ciascuna fazione. Il mondo che ci si presenta è dunque vivo e pieno di prospettive sondabili, cosa che aumenta la longevità di Fallout: New Vegas a dismisura, soprattutto se teniamo conto del fattore rigiocabilità. Altra novità è la modalità “duro” che ci metterà nelle condizioni di subire penalizzazioni da sete, fame e sonno, la trovata è ottima, se non fosse che i veri duri la troveranno meno dura di quanto si voglia far credere (e qui chiedo venia per lo scioglilingua). Per il resto Fallout: New Vegas segue la regola “squadra vincente non si cambia” e lascia invariata l’esperienza di gioco così com’era per Fallout 3, una piccola pecca che costituisce, però, uno dei più grandi difetti di questo titolo.
GRAFICA E SONORO
Il comparto grafico di Fallout: New Vegas è stato molto discusso, infatti, se da una parte non si può fare a meno di amare l’originalità delle ambientazioni, dall’altra non si può evitare di far caso al fatto che la mancanza di novità non riguarda solo i contenuti, ma anche aspetti più tecnici, come l’utilizzo del motore grafico Gamebryo 2.6, che, giusto per la cronaca, è lo stesso usato per Fallout 3. Ad ogni modo, seppure in difetto, la resa grafica sa come catturare l’attenzione, gli effetti sono molto belli e l’ambiente circostante è convincente e sa mettere il giocatore nello spirito giusto per affrontare un gioco ambientato in un’era post-atomica. Per ciò che riguarda, invece, l’audio, va detto che le musiche fanno la loro parte e riescono a riflettere quel lato retrò di Fallout: New Vegas, cosa che si mette in contrapposizione alla collocazione temporale e che costituisce uno degli aspetti più affascinanti e metaforici di Fallout in generale. Ottimo lavoro anche quello relativo al doppiaggio in italiano, un’impresa che deve essere costata non pochi sforzi e che il giocatore non mancherà di apprezzare.