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Fallout New Vegas: Old World Blues (PC) – Recensione

Old World Blues è il penultimo DLC per Fallout New Vegas, chi conosce il mondo della serie sa bene che le tematiche trattate sono di vario genere, non ultima, soprattutto in questo capitolo, quella componente un po’ eccentrica che, se da un lato scontenta quei giocatori che vorrebbero un po’ più di “cattiveria“, dall’altro riesce a coinvolgere quella fetta di pubblico che, con una buona dose di folle ironia sa cogliere questo lato con pienezza. Old World Blues, come DLC, si presenta sotto questa veste e promette di portare il giocatore ad affrontare un’avventura così completa da far quasi scordare che si tratti di un add-on, quindi, per chi ha già folleggiato abbastanza nel Mojave, è ora di cambiare aria e… non solo.

UN SALTO NEL GRANDE VUOTO

In Old World Blues, il corriere si troverà alle prese con una situazione a dir poco fuori dal comune. Tutto ruota intorno al Grande Vuoto, in realtà qui ci sarebbe un gioco di parole che però perdiamo nella traduzione in italiano, infatti in inglese si gioca tutto sulla contrazione di Big Mountain  in Big Mt che, per l’appunto, si può leggere come big empty. Digressioni linguistiche a parte, il Grande Vuoto era un centro di ricerca tecnologica estremamente avanzato, dove gli scienziati lavoravano su armi e prodotti chimico-farmaceutici innovativi e, spesso, oltrepassando i confini della bioetica. Naturalmente il nostro alias capterà un messaggio radio tramite il suo Pip-boy e si troverà nei guai fino al collo, ebbene, infatti, dopo essere stato rapito verrà privato di cervello, cuore e spina dorsale. In queste condizioni dovremo stare al gioco e cercare di sbrogliare il grosso pasticcio nel quale ci siamo cacciati, tra robot umanoidi, scorpioni meccanici, in un’avventura che dissiperà alcuni dubbi e che ci lascerà profondamente mutati. Una trama dalle sfumature psicologiche che non solo elogia la follia, ma offre al giocatore spunti di riflessione in un percorso che, come su un nastro di Mobius (e qui chi conosce Old World Blues coglierà il parallelo col personaggio), ci colloca dentro e fuori allo stesso momento.

GAMEPLAY

Old World Blues, non solo tira fuori un concept che ha dell’inaspettato, ma dà una buona scossa ad un gameplay che, con i DLC precedenti, era stato fin troppo ancorato al gioco base. Innanzitutto, l’add-on è un gioco per gli amanti dell’esplorazione, se mi permettete l’ossimoro, il Grande Vuoto è pieno di oggetti da collezionare, tunnel e laboratori in cui addentrarsi per fare nuove ricognizioni. Le quest si legano bene a questa sua peculiarità e ci danno modo di girovagare e curiosando in giro senza che la cosa sia esclusivamente appannaggio dell’aumento del level cap. Ciò ci permetterà quindi di accedere a nuove armature e armamenti, di aggiungere allettanti perk alla nostra esperienze e, dulcis in fundo, di approfondire alcuni aspetti delle vicende del Mojave. Old World Blues, in ultima analisi, arricchisce di molto l’offerta data da New Vegas, benché alcuni potrebbero essere scettici di fronte alle follie che si palesano nel DLC, il titolo non è niente male, anzi, sotto questa sua apparente leggerezza ha molto da offrire.

GRAFICA E SONORO

Per il comparto audiovisivo Old World Blues non offre nessun cambiamento sensibile. Le atmosfere e le zone del Big Mt sono generalmente ben curate, l’audio fa la sua consueta parte in tutto questo, sia per quanto riguarda l’eccellente doppiaggio che per gli effetti e, salve qualche glitch qua e là, sommando i due aspetti, Old World Blues mantiene su una buona media lo standard di New Vegas.