Back to Bed è un piccolo, strano puzzle game in cui si devono spostare oggetti per alterare il percorso di un NPC e farlo arrivare a destinazione sano e salvo.
È un gioco da poco più di 5€, e si vede. Ma per il prezzo che chiede è decentemente lungo e ha dei comparti tecnici validi, e in ogni caso le basi per un buon gameplay ci sono tutte.
A spasso nei sogni
Lo scopo di Back to Bed è semplice: condurre un sonnambulo che cammina sempre in linea retta e ruota di 90° in senso orario quando incontra un ostacolo fino alla meta, il suo letto, senza che cada dai bordi del livello o finisca eliminato da pericoli presenti in giro (fauci aperte nel terreno, sveglie a rotelle, treni e cani).
Si ha il controllo totale e diretto su un secondo personaggio, un quadrupede azzurro dal volto umano, con cui si devono spostare alcuni elementi dell’ambiente per far arrivare il sonnambulo fino a destinazione. Gli oggetti spostabili sono due, delle mele, che fanno da blocco del tracciato, e dei ponti a forma di pesce; ma si deve anche e soprattutto capire come usare l’ambiente a proprio vantaggio e in parallelo agli oggetti.
Anche se all’avvio appare chiaro e tondo un pannello che recita “controller consigliato”, si può perfettamente giocare anche con mouse e… basta: ci si muove premendo il tasto sinistro dove si vuole andare e si raccolgono e depositano le cose col destro, e tanto basta. Ci tengo a precisare che il vostro personaggio è immortale, quindi dovete fare attenzione unicamente al sonnambulo.
Il tutto avviene in tempo reale. Questo non è uno di quei titoli in cui si prepara il terreno e poi si dà il via alla simulazione; al contrario, parte della difficoltà consiste proprio nel riprendere e riposizionare da qualche altra parte gli elementi a disposizione con rapidità e tempismo.
Per quanto fondamentalmente semplice e poco vario, il gameplay funziona bene. L’aggiunta di alcune piccole cose, come la proiezione sul terreno dei prossimi passi del sonnambulo e il fatto che gli oggetti si illuminino quando ci si passa sopra col cursore e si è a portata per raccoglierli, riducono al minimo il fattore dell’errore umano e rendono il tutto meno frustrante.
Al di là del fatto che occasionalmente in qualche ambiente una colonna o simile si mette in mezzo alla vostra visuale, quindi dovete di fatto piazzare un oggetto “alla cieca”, e che il movimento del vostro personaggio non è la cosa più fluida del mondo, non ci sono veri difetti di nessun tipo nel gameplay.
Per completare il gioco bisogna superare 30 livelli, ma due volte ciascuno. La prima volta per vincere bisogna solo far arrivare il sonnambulo a fine livello, mentre la seconda appaiono in alcuni punti della mappa una o più chiavi che bisogna far raccogliere all’uomo prima di farlo uscire dalla porta finale, il che complica le cose non di poco.
La prima modalità non mi è sembrata particolarmente difficile, ed eccezion fatta per giusto due o tre livelli in cui bisognava fare più tentativi del solito il grosso si passa al volo o quasi. La seconda, al contrario, sa farsi impegnativa, e rappresenta sicuramente un livello di sfida che darà da pensare a più di uno.
Un po’ Escher, un po’ Magritte
Lo stile visivo di Back to Bed è quello di un’opera surrealista, con edifici improbabili e oggetti apparentemente casuali in giro per gli ambienti. La grafica è pulita e piacevole, pur non essendo in nessun modo avanzata tecnicamente.
Il difetto vero del reparto visivo, a mio avviso, è la ripetitività, che uccide anche il tono surreale delle ambientazioni: al decimo pedone degli scacchi con le ali che si vede, l’effetto passa dalla curiosità alla monotonia. Nel corso dei livelli si cambia teoricamente di “ambiente” e i motivi e i colori fondamentali del paesaggio mutano leggermente, ma la sostanza rimane la stessa dall’inizio alla fine, ed è un peccato.
Il sonoro è altrettanto ripetitivo, ma la cosa dà meno fastidio. C’è una sola musica durante il gameplay, che curiosamente sembra suonare intonata e piacevole sia quando si procede a velocità normale che quando si fa andare avanti tutto velocemente con l’apposito comando, e in più si sente ogni tanto una strana voce distorta dare suggerimenti o dire semplicemente frasi senza senso, il tutto in linea col tema del surreale e del sogno.
Risveglio
Non credo ci sia molto altro da dire su Back to Bed. Questo è, per fascia di prodotto, praticamente un flash game tecnicamente sopra la media, quindi non aspettatevi chissà che su nessun versante.
Il gioco funziona ed è ben calibrato. La cosa che mi ha lasciato più deluso è il fatto che il tema surreale non sia veramente parte integrante del gameplay, o meglio del livello di sfida. Sì, si deve camminare su qualche parete e anche saltare “giù” da una parete all’altra, ma è tutto lì. Ci sono pochissimi giochi prospettici, che fanno solo da fondale, e per il resto è tutta decorazione. In sostanza, il tema è appunto solo un tema, non gioca nessun ruolo nella componente puzzle.
D’altra parte il gameplay è solido, tecnicamente non noto l’ombra di un difetto e il prezzo è più che ragionevole, quindi se vi piace il genere non vedo nessuna ragione per cui non dovreste comprarlo o proprio come minimo farci un pensierino quando lo troverete in sconto.