Negli anni in cui il riciclo delle meccaniche di gioco è ormai all’ordine del giorno e le uniche novità sono semplici miscele di più generi, l’impresa di From Software, ovvero quello di creare il genere dei Souls-like (o forse meglio il “movimento” dei Souls-like essendo comunque un action-rpg), assume un peso davvero rilevante e un grande, quanto ormai raro, merito.
Lo straordinario successo della serie, oltre che dai numeri raggiunti dai vari capitoli o dall’incredibile seguito sui canali Twitch, si nota anche nei vari titoli che cercano di ripercorrere le sue orme e Salt and Sanctuary ne rappresenta il perfetto esempio.
Il naufragio
L’incipit è alquanto semplice: siete su una nave pronti a sposarvi, matrimonio che sembra fondamentale a garantire pace e prosperità al mondo. Qualcosa va storto, la nave viene abbordata, rimanete sconfitti dallo scontro contro il primo boss (chissà se in pieno stile Souls è possibile sopravvivere) ed arenate su una spiaggia, location dalla quale comincia la vostra avventura e missione: ritrovare la vostra sposa. Ribadiamo comunque: la narrazione non è il motore trainante dell’avventura e in più la traduzione italiana non aiuta nella comprensione dei dialoghi, già di base rari e poco approfonditi.
Un vero Souls-like
Salt and Sanctuary è un action-rpg 2D con elementi da Metroidvania: in pieno stile Souls non ci troveremo di fronte un action da combo articolate bensì incentrato sul tempismo d’attacco e sullo studio dei pattern nemici. I controlli sono altrettanto semplici: abbiamo un attacco leggero, uno pesante, la rotolata e la parata (con il tempismo giusto si può anche compiere il parry), azioni che come siamo ormai abituati richiedono la stamina che va continuamente tenuta sotto osservazione. Possiamo dire che tutto il sistema di combattimento si basa sull’utilizzo intelligente della suddetta barra, sfruttata anche nel caso di classi magiche.
Gli elementi rpg entrano in gioco perché al pari delle anime della serie Souls, i nemici rilasceranno il sale e nei santuari, gli equivalenti dei falò, tutto quello raccolto potrà essere utilizzato per salire di livello nelle varie possibili caratteristiche che andranno poi ad influenzare sostanzialmente la classe del pg. Oltre alle solite caratteristiche, forza, agilità, magia e simili, è possibile andare a decidere le classi di armi equipaggiabili.
Livello delle abilità che si aumenta in un vero e proprio albero, anche molto ampio, a testimoniare l’estrema rigiocabilità e longevità del titolo.
Infine parliamo di un altro elemento del gameplay, ovvero quello da Metroidvania: nel titolo è presente del backtracking dettato anche dalla presenza di numerose scorciatoie che legano le varie aree del gioco. Nel ritornare sui propri passi, però, sarà possibile accedere a nuove strade grazie all’utilizzo di nuove abilità acquisite grazie ai vari npc che decideranno di supportarci: la possibilità di saltare sui muri o di estendere il proprio salto sono solo alcuni esempi che permetteranno di esplorare e scoprire nuovi segreti.
In tutto questo non ci dimentichiamo di un’altra componente, molto curata e che renderà felici tutti gli appassionati: l’equipaggiamento. Nel gioco, infatti, ci sono alabarde, fruste, spadoni, bastoni e tante altre tipologie di armi che potranno essere migliorate e modificate grazie al loot di nemici comuni e boss; stesso discorso per le armature che andranno ad influenzare il movimento del pg in relazione alla percentuale di peso impegnato.
In un titolo del genere, basato in sostanza sul senso di sfida, non possiamo non soffermarci sulla difficoltà: i nemici “comuni” non risultano ardui da affrontare e si procede abbastanza linearmente; discorso diverso per i boss: alcuni scorrono con semplicità, altri vi daranno veramente filo da torcere. Se volessimo fare un bilancio, comunque, diremmo che il tasso di sfida è alto ma per i fan della serie Souls nulla di impossibile e non si troveranno spiazzati.
Sale e santuario
Tecnicamente il titolo fa il suo dovere, senza picchi: non ci sono cali di frame rate o importanti bug (a parte un glitch scoperto nello scontro con il boss finale) e risulta quindi giocabilissimo. Lo stile grafico optato dalla software house è abbastanza elementare, semplice e sicuramente non rappresenta la componente migliore del titolo, che si rifà negli altri aspetti. Inoltre una tonalità grigia (simil nebbia) fa da padrona all’intera avventura e rende le ambientazioni sempre abbastanza simili: sebbene ci siano boschi, villaggi, grotte e castelli non c’è quella sensazione di estrema varietà.
Nel momento in cui le texture o gli effetti particellari non sono fondamentali, il comparto artistico assume il ruolo principale e su questo fronte gli sviluppatori potevano fare di più.