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Star Ghost (Wii U) – Recensione

Basato su Star Drift, titolo uscito qualche anno fa per la piattaforma iOS, Star Ghost è stato pubblicato nello shop digitale Nintendo dopo poche settimane dal proprio annuncio. Il nome dello sviluppatore, ovvero Rhys Lewis, vi dice nulla? Si tratta di un ex membro di Rare e Retro Studios, e come potete vedere nel trailer qui sotto l’esperienza con le due case di sviluppo non tarda a venir fuori.

Star Ghost è un progetto portato avanti dal solo Rhys Lewis: prima di calare le vostre aspettative però ricordatevi che non è la prima volta che recensiamo per voi titoli sviluppati da un’unica persona, e in passato siamo rimasti piacevolmente colpiti da cosa possono fare le mani e la mente di una singola persona quando si tratta di produrre materiale inedito nel mondo videoludico. A questo proposito infatti vi rimandiamo alle recensioni degli ottimi Gunman Clive e del suo ancor più soddisfacente seguito.

La meccanica di fondo è presa a prestito dalla serie Donkey Kong Country (serie alla quale hanno lavorato entrambi gli studi che vi abbiamo menzionato poco fa): la guida della navicella infatti ricalca da vicino la meccanica e la fisica delle sezioni scimmiesche a cavallo del barile razzo. La navicella è costantemente portata a cadere verso la parte inferiore dello schermo, mentre spetta al giocatore correggerne la rotta tramite la pressione (prolungata o meno) del tasto A. Si tratta dunque di un tipo di sfida diverso dagli sparatutto tradizionali, i quali in genere permettono al giocatore dei controlli molto precisi e responsivi tramite la levetta analogica.

I controlli della navetta non finiscono comunque qui. Utilizzando la levetta analogica sinistra potrete infatti dirigere il fuoco in direzioni diverse da quella dell’asse orizzontale: la possibilità di controllare la direzione di fuoco è limitata ad un angolo molto ristretto, ma vi permetterà comunque di sparare da una posizione di sicurezza, piuttosto di schiantarvi contro uno dei nemici nel caso il fuoco lo manchi. Utilizzare questa funzione richiede una discreta dose di abilità, e non vi nascondiamo che soprattutto nelle prime partite abbiamo preferito limitarci a imparare a far “galleggiare” la navicella, prima di passare a dei comandi più articolati.

Come da tradizione nel genere, lungo il percorso è possibile raccogliere diversi potenziamenti che vi permetteranno di incrementare la cadenza e il raggio di fuoco, oppure di ripristinare la salute della navetta. Non tutto è oro quel che luccica, però: se raccoglierete ciecamente tutto quello che vi si para davanti, andrete incontro a dei virus che inibiranno il fuoco automatico della navicella per diversi secondi. L’apparizione di questi virus in maniera totalmente randomica insieme a tutti gli altri power-up innalza di un ulteriore livello la richiesta di un minimo di strategia da parte del giocatore.

Proprio i power-up sono la chiave per passare illesi (o quasi) attraversi i vari livelli di Star Ghost: oltre al fuoco di base, la navicella è dotata di un “traction field” (campo di trazione), con il quale attirare power-up e le monete di gioco (dei globi blu) verso la navicella. Anche questa opzione ha un costo, però, in quanto il fuoco automatico si sospende e la navicella resta in balia dei nemici. Si tratta di un’opzione che diviene spesso indispensabile, ma va maneggiata con giudizio.

La possibilità di ripetere l’avventura da capo una volta conclusa (mantenendo il punteggio e continuando ad accrescerlo) e la presenza di un moltiplicatore di punteggio fanno di Star Ghost un ottimo titolo per chi è alla ricerca di una sfida arcade altamente rigiocabile, vista anche la generazione (quasi) completamente casuale dei livelli: se a questo si aggiunge il grado di difficoltà via via crescente e l’impossibilità di effettuare un “continue”, si può ben capire come questo titolo sia pensato anche e soprattutto per i giocatori “vecchia scuola”, pur essendo tutto sommato accessibile a tutti (almeno nei primi stage).

Per quanto riguarda il reparto sonoro, i temi musicali sono limitati in numero ma molto calzanti con le atmosfere spaziali, e difficilmente vengono a noia. La composizione del reparto sonoro ha visto l’interessamento di David Wise, uno specialista del settore che ha lavorato anche a titoli ad alto profilo come Donkey Kong: Tropical Freeze.