GameBack

PSVita: i motivi dell’insuccesso

È passato quasi un anno, ormai, dall’uscita sul mercato della Play Station Vita.
La console, che sembrava promettere bene, non è riuscita, fino ad ora, a mantenere una dignitosa reputazione contro la rivale 3DS, il cui numero di vendite è tredici volte superiore.
Quali sono le ragioni che si nascondono dietro questo fenomeno?
In questo articolo verranno riassunte le ragioni che hanno spinto molti gamers ad evitarne l’acquisto.
Prima di cominciare, c’è da dire che la mancanza di interesse non deriva solo dai giocatori, ma, soprattutto, dalle case di sviluppo (in particolare indipendenti).

 

L’apparizione sul mercato del 3DS è stato un evento che ha sconvolto, in senso positivo, tutti gli appassionati di Nintendo.
L’ansia, il desiderio e l’interesse che fermentavano dietro la console ne ha dato energia e successo anche prima della sua stessa uscita.
La Play Station Vita non ha avuto tale seguito pre-uscita (e, purtroppo, neanche post). Sebbene, infatti, i rumors e le prime notizie fossero abbastanza chiare, promettenti ed interessanti, c’è stata una vera e propria lacuna di followers.
Nintendo, dunque, ha avuto abbastanza tempo per vendere 3DS a volontà mentre il mercato del mobile-gaming era libero da concorrenti.
L’idea della visione 3D è stata originale ed inaspettata ed ha contribuito all’espandersi del suo nome, mentre abituali mobile gamers passavano dalla PSP alla nuova console.
Gli stessi nuovi acquirenti, insieme a coloro che attendevano l’uscita della Vita (inizialmente conosciuta come NGP), hanno esitato successivamente sull’acquisto della console di casa Sony per gli altri motivi elencati.

Il 3DS non ha, del tutto, deluso le aspettative dei suoi fan

 

I giochi di lancio della PSVita sono stati un fiasco commerciale, eccezion fatta per Uncharted: Golden Abyss.
Reality Fighters, Little Deviants, Hustle Kings, Motorstorm RC e Top Darts non sono ottime ragioni per l’acquisto della console, per non parlare di WipEout 2048, identico alla versione (migliore) per PS3, ed il male ottimizzato ModNation Racers, il cui framerate scende generosamente al di sotto dei 30 FPS.
Si salvano Gravity Rush (ma solo perché è un’esclusiva) ed Escape Plan (unico titolo originale di natura indipendente) che, naturalmente, non bastano per convincere un pubblico assetato di aspettative.

 

La PSVita, è triste ammetterlo, è una discarica di giochi.
Porting, giochi multipiattaforma male ottimizzati, remake di giochi passati, giochi F2P noiosi (subdolamente architettati per far spendere soldi).
Sono davvero pochi i giochi che invogliano all’acquisto, e ancor meno le esclusive (come SoundShapes, forse unico vero titolo dignitoso).
Farsi un giro sul PlayStation Network non è per niente stimolante, dato che i titoli presenti non sono entusiasmanti e le novità sono molto poche.
Ultimamente, inoltre, è stata istituita la sezione Play Station Mobile, una frazione dello store munita di molti tra i più brutti e mal concepiti casual games di tutti i tempi.

Call of Duty: Black Ops Declassified conserva, ancor oggi, il suo squallido 33 su Metacritic

 

Da qualche anno, ormai, il mercato del casual gaming si è fatto avanti, da una parte per il ridotto costo del prodotto e dall’altra per il tipo di pubblico interessato.
Milioni di persone che possiedono uno smartphone non considerano il videogioco una passione od un hobby, ma un passatempo per i momenti morti della giornata.
Nintendo comprese, dopo lo scarso successo del GameCube, che il pubblico più proficuo fosse quello dei casual gamers, e cambiò repentinamente target.
La PSVita si presenta come una console con cui giocare sul serio, su cui spendere tanti soldi e non adatta al casual gaming.
Il target della Sony, dunque, non è stato studiato con giudizio dato che, ad oggi, gli interessati alla console sono soltanto fan dei classici titoli commerciali (Uncharted, Assassin’s Creed, Mortal Combat) e incoscienti che aspettavano molte più novità ed esclusive.

 

Un altro grande recente cambiamento nel mondo dei videogiochi è stato l’avvento delle case di sviluppo indipendenti, che hanno portato una ventata di aria fresca.
Al momento, molta attenzione viene riposta ai titoli indie di passata o futura release.
Sony ha sbarrato quasi completamente il passaggio agli indie developers.
Eccezion fatta per Escape Plan, infatti, nella line-up di lancio non c’erano titoli indie.
Sony avrebbe potuto appoggiare ufficialmente i giochi indie, diventando paladina dei giochi di sviluppo indipendente (come, invece, sarà per la OUIA), aumentando il suo target a dismisura e spendendo poco.
Il kit di sviluppo per il software fornito su internet non è user-friendly, open source ed è, invece, colmo di limitazioni.
Inoltre, anche se un indie developer fosse interessato a sviluppare un videogioco con il kit, non vedrebbe davanti a sé nessun mercato di fiducia, dato che Sony non ha minimamente approfondito la questione.
Ad oggi, sulla piattaforma ci sono una manciata di titoli indie, dei quali solo due sono esclusive.

L’idea portante della PSVita è il social gaming.
Fin dalle prime voci di corridoio sono state rese note le possibilità di condivisione che avrebbero rappresentato il fulcro idealistico del progetto.
Ogni azione che si fa con la console, a partire dal punteggio di gioco e a finire con i file importati nella PSVita dal PC, viene segnalata ai server di Sony e può, eventualmente, essere condivisa sul Play Station Network.
Ciò richiede una costante connessione ad internet e frequenti interruzioni affinché la console venga autorizzata a pubblicare questo o quel nuovo record.
I giocatori vogliono giocare, non cliccare su “condividi”.
Questa logica da social gaming rimanda ai mille giochi flash da social network che, a differenza di quelli che dovrebbero esserci per la Vita, sono passatempi.
Inoltre, nel caso in cui non sia disponibile una connessione internet, saltano fuori frequenti messaggi che invitano il giocatore a connettersi, interrompendo l’azione di gioco.
Non è possibile usare la PSVita offline senza ricevere almeno una notifica con un incitamento a connettersi.

 

Il sito dedicato è male aggiornato; sui gruppi ufficiali dei social network non si hanno novità se non per la PS3; il canale ufficiale su youtube non trasmette nulla di nuovo che blogger o forum non abbiano già detto.
Pochissimi e male organizzati sono i tentativi della Sony di attirare attenzione a sé ed ancor meno lo sembrano i futuri progetti che riguardano la console.
Software houses abbandonano l’idea di sviluppare sulla Vita ed intanto le vendite della console rallentano inesorabilmente.
Il miscuglio di concetti che la Sony ha riposto dietro questo progetto si è rivelata una brodaglia di tendenze che non riguardavano gli interessi dei giocatori, ma solo gli interessi della società.

 

Ora, le possibilità possono essere soltanto due: o la Sony ha capito di aver sbagliato fin dall’inizio e, trovandosi ad affrontare uno dei periodi più bui della sua storia, ha deciso di abbandonare la Vita al suo destino, oppure, da mesi, ha già escogitato una strategia per risollevarsi con un colpo di scena nascosto a tutti.
Gli acquirenti della console sperano certamente nella seconda possibilità, ma c’è da aspettare, e sarà dura se continueranno a non esserci novità.