Se leggete quello che scrivo da un po’ saprete che spesso ho pesantemente contestato i “flussi spontanei” che si generano su internet. Quelli per cui all’improvviso è fondamentale che tutti i giochi siano originali, o che fanno criticare a tutti la grafica di un gioco senza neanche guardarla, o che più in generale danno la precedenza alle frasi fatte piuttosto che al buon senso.
C’è però anche un’altra faccia di quello che scrivono gli utenti di forum e siti videoludici, ben diversa, che seguo da altrettanto tempo ma di cui non ho ancora avuto modo di parlare. A volte un utente sa spiegare e risolvere la questione molto meglio del giornalista che ha pubblicato l’articolo originale. In altri casi pagine estremamente svianti vengono fatte a pezzi dalla sezione dei commenti, che gettano nel ridicolo tutto quello che era stato scritto, di fatto cancellandone la validità agli occhi di un qualsiasi visitatore ignaro. Ci sono persino siti che vale la pena di seguire solo per quello che dice la gente, molto più viva e vivace degli editori.
Tutti avrete visto da qualche parte un commento che è valso la pagina. Io ne ho visti molti. Ma, dato che oltre che appassionato di videogiochi sono anche una persona con diversi problemi psichiatrici non diagniosticati, non mi sono nel tempo limitato a leggerli, dimenticarli ed andare oltre. Oh, no. Li ho salvati e ho creato una specie di archivio, che continuo ad aggiornare regolarmente.
E ora è il momento di aprire il portellone della cassaforte e iniziare a tirare fuori qualcosa.
Nelle prossime puntate non farò tutte queste solfe (si dice anche fuori da Bologna?) prima di cominciare, ma essendo la prima volta ci tengo a spiegarvi per bene come funzionerà la rubrica.
Molto spesso per ogni singolo argomento trattato ho pochissimi commenti: non posso lavorare per temi. Non so se ci sarà la puntata dedicata a quello e quella dedicata a quell’altro, ma il grosso saranno di sicuro raccolte generiche di interventi su svariati temi. Non voglio “dimostrare qualcosa” in ogni pagina, non è quello il senso della rubrica.
Non farò i nomi degli utenti, né metterò link diretti alle pagine da cui provengono i commenti, ma per ognuno dirò lo stesso il sito su cui è stato postato originariamente. Sono arrivato a questa soluzione per tutta una serie di motivi.
La prima, molto pratica, è che quando ho iniziato a salvare i commenti ho deciso di tirarmi giù il minimo indispensabile, e per qualche motivo nome dell’utente e link diretto alla pagina non erano tra le cose che mi sono venute in mente, quindi quelli al momento non li ho quasi per nessuno.
La seconda è che questi commenti non sarebbero automaticamente facili da rintracciare anche dandovi il link alla pagina (pensate ad YouTube) e che i nomi degli utenti nel tempo su diversi siti possono cambiare, o dei commenti possono sparire… quindi piuttosto che un controllo ossessivo ed enorme per capire se tutto è ancora al proprio posto, senza garanzie che lo sia, ho optato per niente.
Ci tengo però a riportare almeno il sito, che mi sono invece segnato, perché mi sembra giusto che vi facciate un’idea degli ambienti in cui sono nati gli interventi. Voglio dire, meglio che niente.
Un’ultima cosa, non da poco, è che molto spesso quello che leggerete è la traduzione in italiano del commento originale, generalmente in inglese. Nel caso di commenti già originariamente in italiano lo farò presente.
Ah, e nel caso ve lo steste chiedendo, questa rubrica è circa per due terzi seria e per un terzo stupida, quindi cercate di non sentirvi offesi da quello che leggete, se potete.
Beh, e ora, la parola ai giocatori.
La vecchia linea di Microsoft, da Destructoid
Siamo a settembre, PS4 e Xbox One non sono ancora uscite. Microsoft è ancora nel pieno della bufera per tutte le vicende che immagino vi ricordiate, nonostante abbiano già fatto marcia indietro riguardo il check online ogni 24 ore e il blocco dell’usato da più di tre mesi. Phil Harrison, uno dei vertici della sezione Xbox, parla però coi giornalisti e dichiara che “la visione a lungo termine per Xbox One non è cambiata affatto” (la parte saliente della sua intervista è inclusa nel commento dell’utente).
Il commento:
Su quello possiamo essere d’accordo, lo scopo finale di Microsoft resta lo stesso, e nell’istante in cui penseranno di poterla fare franca avranno il potere di premere l’interruttore e riaccendere tutto.
Le parole di Harrison sono tanto affascinanti quanto rivelatrici, e lo sono ancora di più nella sua “risposta” completa alla domanda del perché i giochi digitali non costano meno di quelli retail:
“Potreste usare quel punto di vista. Ma potreste anche usare il punto di vista per cui l’unico modo che ha la nostra industria per continuare a crescere è che i ricavi arricchiscano lo sviluppo dei giochi. Vuol dire che finché il consumatore spende il più possibile permette al creatore dei giochi di evolversi. Cercare l’equilibrio tra questi due estremi non sarà facile. In particolare quando c’è questo confronto diretto tra A e B, in cui Tesco vende la versione fisica del gioco e un servizio online vende la versione digitale degli stessi contenuti, ed è facile mettere a confronto i prezzi. Quella a cui assistiamo è una tendenza per cui i modelli di business che esisteranno solo online sono anche quelli con più potenziale di durare più a lungo. Guardate ad alcuni degli investimenti nei free-to-play che stiamo facendo su Xbox 360 con World of Tanks e Warface. Non saranno giochi fisici, saranno digitali, non ci sarà quel confronto tra A e B.”
Vi sembra un’azienda che vuole darvi dei chiari vantaggi sul prezzo a patto di restrizioni DRM, come fa Steam? Steam viene citato continuamente sia da Microsoft che dai suoi sostenitori come esempio dei vantaggi che intendevano fornirci. Leggete di nuovo quelle parole. Comprare su Steam spesso costa molto meno che da Tesco. Harrison, al contrario, vuole che i rivenditori come Tesco smettano di vendere giochi, in modo che non si debba più guardare a quel fastidioso “confronto tra A e B”. Vi dà l’idea che voglia offrire ai clienti un’offerta migliore di quella di Tesco?
Queste sono parole dal vertice. Vi fidate davvero che un’azienda che ragiona in questo modo vi fornirà vantaggi chiari in cambio del controllo totale di come e quando potrete accedere ai vostri conenuti? Santo dio, bisogna essere davvero, davvero ingenui. Eppure non mancano certo quelli pronti con le giustificazioni tra i presunti analisti professionisti dell’industria.
Ricordo che da allora il direttivo a capo della sezione Xbox è cambiato, ed ora a gestire la baracca è sempre un Phil, ma che di cognome fa Spencer. Con lui il futuro sembrerebbe molto più roseo, almeno a giudicare da quanto visto fino ad oggi.
PC contro old-gen, da Eurogamer.net
Digital Foundry analizza spesso le varie versioni di un unico gioco su più piattaforme, spiegando quali sono migliori e perché. All’uscita, Final Fantasy XIV: A Realm Reborn è disponibile solamente su PC e PlayStation 3, e l’analisi riguarda quindi quelle due piattaforme. Non fa sconti alla versione console, evidentemente peggiore (PS3 è uscito nel 2006, mentre il PC usato è di fascia altissima).
Il commento:
Quindi un PC con una scheda grafica che costa il doppio di una PS3 fa girare lo stesso gioco meglio e con una grafica migliore di una PS3.
Sono davvero scioccato.
Vorrei che almeno aggiungessero un confronto fatto su un PC con specifiche paragonabili, o semplicemente con lo stesso prezzo della console. È come cercare di paragonare una bicicletta con un’auto sportiva, da quanto iniquo è il dislivello tra le due piattaforme scelte.
Incredibile a dirsi, di recente Digital Foundry ha usato ogni tanto più PC per i propri confronti, includendo macchine dalle fasce di prezzo diverse. Non è una regola e non so se diventerà un’abitudine, e dubito che il motivo sia questo singolo commento, ma comunque…
Un senso alle console, da GameTrailers.com
La diatriba “console vs. PC” è forse più vecchia di internet stesso, ma va avanti imperterrita ancora oggi (se non “più che mai” oggi). Il punto di vista che di solito si legge è quello dei PC gamer, che elogiano prestazioni, personalizzazione, Steam ecc. Ogni tanto però si vede un utente che viene “dal mondo esterno”, capace di dare una spiegazione molto lucida e pratica di cosa possa portare a decidere di comprare una console.
Il commento:
Sì, Pachter [Michael Pachter, analista economico-finanziario dell’industria videoludica] si concentra sui PC che sostituiscono le console e diventano un centro di intrattenimento. Io ho un PC di 5 anni fa che può fare praticamente quasiasi cosa mi possa mai servire, a parte giocare ai giochi più recenti e che richiedono le prestazioni più alte. Non mi servirà un nuovo PC, mai – a meno che questo non si rompa, e a quel punto mi prenderò un portatile non di fascia da gioco. Una volta potevo giustificare il prendere un nuovo PC da gioco perché diventavano man mano migliori anche in tutte queste altre cose. Ora si è di fatto toccato il tetto, per tutto quello che non riguarda i videogiochi.
Le console hanno un senso perché sono focalizzate solo sui videogiochi, e per un buon numero di anni da quando escono hanno il vantaggio nel rapporto tra prezzo e prestazioni/qualità grafica. Non ho problemi a comprare una console da 400-600$ ogni 3-5 anni. Ma non c’è dubbio che compri un PC da 1’500$ ogni 3 anni solo per tenere dietro ai videogiochi.
Forse qualcuno avrà delle osservazioni sui prezzi, alzati entrambi al limite per fini retorici, ma il discorso resta sempre lo stesso.
Ormai la grafica è tutto?, da Eurogamer.net
Si torna su Digital Foundry, più precisamente al momento del lancio di PS4 e Xbox One, che avviene in contemporanea a diversi titoli third party, tra cui Battlefield 4, preso in analisi.
Il commento:
So che tutti vogliono vedere come sono in movimento i giochi next gen e cosa la nuova era dei videogiochi porterà, ma l’articolo di Digital Foundry su BF4 ha più di tre volte i commenti che ci sono sotto la recensione del gioco. È una cosa folle. Apprezzo il lavoro che fate, e so che qualcuno è affascinato da tutto questo, ma inizio a chiedermi se la parte importante dei videogiochi sia ancora giocarli.
Domanda interessante.
Le uscite annuali, da GameSpot.com
Sapete tutti che ci sono serie videoludiche che escono una volta all’anno, se non di più. Molti utenti si dicono scontenti di questa pratica, che lascia poco tempo per lo sviluppo e quindi di fatto rischia di ridurre la qualità del prodotto finale, che punta a vendere più per nome che per altro. Un utente spiega rapidamente il fenomeno andando oltre i soliti insulti.
Il commento:
Il problema nel lasciare a riposo un grosso franchise per anni è che, se da una parte all’IP viene dato un po’ di respiro, gli azionisti che hanno investito i loro soldi nello sviluppo della suddetta IP non vedono un centesimo tornare da essa. Quindi cosa fanno? Non hanno altra scelta se non spremere la serie in modo che gli azionisti rimangano contenti, anche se questo scontenta i fan. È per questo che continuiamo a vedere un CoD ogni anno, guadagna così tanto che permettere alla serie di riposare per un po’ è un deciso “no” da parte di quelli che ci mettono i soldi.
Effettivamente le grandi aziende, come Activision, Ubisoft ed EA, hanno alle spalle dei consigli di amministrazione e sono quotate in borsa. Non c’è solo un losco figuro che si sfrega le mani stando seduto sulla sua poltrona in pelle e pensa “voglio fregarli tutti!”, la situazione spesso è un po’ più complicata.
Mario e Sonic ai Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 (sì, questo è il titolo completo), da GameTrailers.com
Lo sappiamo tutti che nel corso del tempo sia Nintendo che SEGA hanno realizzato dei giochi strani. D’altra parte, qualcuno non si capacita di come si continuino a preferire titoli che mirano a non si sa bene chi piuttosto che usare i mezzi a disposizione per fare quello che i fan dicono di volere.
Il commento:
Non capirò mai il ragionamento dietro a questi giochi.
Iwata: “Ok gente, finalmente possiamo usare Sonic su una piattaforma Nintendo! Qualche idea?”
Impiegato a caso 1: “Potremmo finalmente creare il crossover Sonic-Mario che tutti vogliono vedere sin dai tempi del SNES, combinando il gameplay dei due franchise per produrre un unico titolo con nuove interessanti meccaniche concepite sulle abilità particolari dei due personaggi.”
Iwata: “Naaah, stai pensando troppo come un buon game designer, pensa più come un piazzista di auto usate. Altre idee?”
Impiegato a caso 2: “Beh, stanno per arrivare le Olimpiadi, e tutti associano sempre Mario e Sonic con gli eventi sportivi professionistici, no? Potremmo mettere insieme qualche minigioco del cavolo fatto alla meno peggio con un sacco di controlli motori non necessari, e poi semplicemente appicciarci sopra Mario e Sonic”.
Iwata: “PERFETTO, DATE UN AUMENTO A QUEST’UOMO!”.
Al di là di tutto…
Direi che per oggi possa bastare. Nuove puntate seguiranno nelle prossime settimane, anche se non so dirvi ancora con che cadenza esattamente (se una cadenza ci sarà affatto), se la faremo diventare una serie regolare o cosa e come ci gestiremo con l’arrivo delle vacanze e l’inevitabile estivazione parziale a cui andremo incontro.
In ogni caso, a presto.