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Overwatch: due parole sulla closed beta

27 ottobre 2015, Blizzard annuncia l’apertura della closed beta (scusate il gioco di parole) di Overwatch, il primo FPS (nonchè la prima IP dopo 17 anni) sviluppato dalla casa di Irvine. L’hype è ovviamente alle stelle, circa 7 milioni le richieste d’accesso ricevute nei mesi successivi all’annuncio, purtroppo però, solo una minima parte dei richiedenti riceve l’accesso al titolo quella sera. Settimana dopo settimana Blizzard fornirà accesso alla beta a sempre più utenti (pare che siano previsti anche week end totalmente open, prima dell’apertura definitiva della beta), in modo da testare sia la capacità delle infrastrutture, cosa molto importante, sia per ricevere dalla community più feedback possibili, in modo da poter modificare errori e sbilanciamenti non facilmente evidenziabili in fase di sviluppo. Se state ancora attendendo che il vostro account venga abilitato (non sono presenti keys di alcun tipo, quindi “non accettate keys dagli sconosciuti”, come vi direbbe la nonna), mantenete la calma e la fiducia, arriverà anche il vostro momento…nel frattempo potete sempre leggere la nostra opinione dopo questa prima settimana di Overwatch!

Benvenuti in Overwatch!

L’universo di Overwatch mette a vostra disposizione ben 18 eroi diversi, utilizzabili in frenetici scontri 6 vs 6 in (purtroppo) solamente due modalità di gioco: Payload (Trasporto) e Conquest (Conquista). Le mappe, o arene, sono in tutto 7, e sono suddivise in base alla modalità giocabile in esse: per quanto riguarda la modalità Payload, nella quale dovrete scortare o impedire l’avanzata di un convoglio lungo dei checkpoints sparsi per la mappa, avrete a disposizione Osservatorio Gibilterra, ambientata nell’omonimo territorio; King’s Row, che ci propone una Londra dal sapore futuristico; Numbani, una metropoli futuristica africana e El Dorado, ovviamente situata in Messico. Nella modalità Conquest invece, come è ovvio attendersi, due squadre si affronteranno per conquistare, o difendere, due punti obiettivo all’interno delle 3 mappe disponibili: Hanamura, un mix di Giappone moderno e Giappone feudale; Tempio di Anubi, classica mappa ambientata in Egitto (qualcuno ha detto TF2?) e infine Industrie Volskaya, nella fredda Russia, in una sorta di fabbrica di assemblaggio di giganteschi Jagers. La mappe, per quanto non grandissime, sono ben progettate e sviluppate, anche se alcuni punti di controllo, come il B su Hanamura risultano davvero troppo complessi da attaccare, soprattutto per team di giocatori non coordinati. Ogni mappa dispone di molte vie alternative, scorciatoie e zone raggiungibili solo grazie alle singole abilità di qualche eroe, elemento che ci renderà sempre vulnerabili in qualche modo al fuoco nemico, il tutto a favore della frenesia del gameplay.

The world can always use more heroes

Come dicevamo, il roster di Overwatch comprende al momento 18 eroi , suddivisi in 4 classi ben definite: ci sono gli Attaccanti, come Reaper o Tracer, personaggi sostanzialmente completi, dotati di buone capacità offensive nonché di buona mobilità. I giocatori che assumeranno questo ruolo nel gioco dovranno sempre essere pronti a seguire i tank nella mischia e a colpire rapidamente gli obiettivi sensibili del team avversario in modo da garantire al proprio la superiorità numerica. Ci sono poi i Difensori, all’interno dei quali sono presenti anche i due pericolosissimi cecchini del gioco, Hanzo e Widowmaker, ottimi in fase difensiva per rallentare l’avanzata dei nemici, ma assolutamente indispensabili anche durante l’attacco, grazie al fuoco di supporto dall’alto o, nel caso di Torbjorn, l’ingegnere, dell’armatura aggiuntiva che può fornire ai compagni. A fare il suo esordio in questa categoria proprio al lancio della beta c’è Junkrat, un pazzoide fanatico di esplosivi che renderà la vita degli attaccanti un inferno grazie al suo lanciagranate e alla sua devastante abilità finale. Immancabile la categoria dei Tank, formata da bestioni che fanno dei punti vita la loro forza e che attirando gran parte della potenza di fuoco nemica su di sé permetteranno ai compagni di squadra di operare un po’ più al sicuro dai proiettili. E’ opportuno segnalare che anche questa categoria ha visto esordire al suo interno un altro personaggio con l’arrivo della beta, ovvero Roadhog, un bestione con una maschera da maiale che ai fan di Dota o HoTS ricorderà sicuramente Pudge o Tritacarne, infatti l’abilità principale di Roadhog sta nell’afferrare con un gancio i nemici per attirarli a sé e finirli con il suo potente fucile a pompa…se nelle mani di un buon giocatore Roadhog può veramente risultare letale. Ultimi, ma assolutamente fondamentali in ogni team, i personaggi di Supporto, una classe tanto bistrattata quanto importante per l’equilibrio e la sopravvivenza di ogni team. Gli eroi di supporto hanno un potenziale di attacco e un numero di punti vita parecchio limitati, compensato però dalla preziosissima abilità di poter curare o addirittura riportare in vita i propri compagni di squadra, un mix di caratteristiche che li rendono le prede principali del team avversario…fatevi proteggere dai vostri Support ma al contempo non dimenticatevi di proteggerli!

Tanti eroi, tutti ben differenziati tra loro: c’è solo l’imbarazzo della scelta!

Questione di stile

In un mercato ormai saturo sia di FPS che di MOBA – due generi molto di moda e molto redditizi, di questi tempi – Blizzard è riuscita nell’arduo compito di creare un titolo che sappia distinguersi, con uno stile unico e ben definito.

Già dopo pochi minuti di gioco, si può facilmente notare come Overwatch riesca ad offrire un ritmo di gioco per certi versi dinamico e frenetico ma, contemporaneamente, anche ragionato e con una forte componente tattica. Giocare in 6 vs 6, infatti, significa poter essere circondati da nemici da un momento all’altro; non stare mai fermi e avere ottimi riflessi, quindi, sono due must, imprescindibili se si vuole avere la meglio. Ne deriva un gameplay divertente e mai noioso, senza un attimo di tregua, ma non per questo privo di strategia.  Gettarsi a testa bassa nella mischia, infatti, difficilmente si rivela una soluzione valida e intelligente, e non di rado un’azione impulsiva e non ponderata si traduce in un sonoro KO, con conseguenze negative non solo per il singolo giocatore, ma anche, anzi, soprattutto per il resto la squadra. Al respawn lento, infatti, si aggiunge una velocità di movimento (almeno per buona parte degli eroi) non certo fulminea, con il risultato che, ad ogni morte, il team rischia di restare in inferiorità numerica anche fino a 15-20 secondi – tra l’attesa per rinascere e il tempo necessario per raggiungere nuovamente la zona dove è concentrata l’azione di gioco.

Anche lo stile grafico è tanto particolare quanto azzeccato. A metà tra un fumetto della Marvel ed un cartone della Pixar, la veste estetica di Overwatch rispecchia perfettamente lo spirito del gioco. Da menzionare assolutamente la grande cura che è stata dedicata alla realizzazione dei 18 eroi, tutti ottimamente disegnati, caratterizzati e ben differenziati. Durante le nostre sessioni di gioco, inoltre, sebbene si tratti ancora di una beta, non abbiamo riscontrato nessun errore sul versante tecnico, il che lascia sicuramente ben sperare per la release definitiva, che promette benissimo.

“La giustizia non si dispensa da sola”

Anche il comparto sonoro è sicuramente all’altezza. Eccellenti gli effetti audio, credibili quando necessario oppure volutamente caricaturali, per aggiungere un pizzico di ironia e soprattutto di stile, come nel caso del suono dei proiettili del revolver di McCree (nell’immagine qui sopra), che sembra uscito direttamente da uno dei mitici film dell’epoca d’oro degli “spaghetti western”. Piacevole anche il main theme di sottofondo dei menù, e da citare, infine, il buon doppiaggio in italiano inserito per tradurre le frasi tipiche dei vari personaggi.