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Indie Game: The Movie

Spesso ci si ritrova davanti a lungometraggi di ogni tipo, film di ogni genere, da quello biografico allo sportivo o al classico film d’azione.
Un genere solitamente molto ignorato è quello dei documentari.
Effettivamente, con una cultura enciclopedica e fallace come quella trasmessa dai documentari televisivi c’è poco da assimilare se non nozioni storiche, curiosità scientifiche, tendenze e culture di ogni paese.

Ciò che dovrebbe rendere un documentario davvero interessante, e per “interessante” si vuole intendere “utile” o addirittura “illuminante”, non è tanto una manciata di informazioni che è possibile reperire se si ha il buon senso di fare appello ad un’enciclopedia, ma trasmettere un’informazione nuova, un dato non riportato su nessun libro, un concetto che non fa parte della cultura di massa e non soggetto ad inutili battaglie di opinioni.
In Indie Game: The Movie il concetto è lo sviluppo indipendente di videogiochi.

Il documentario narra la storia di quattro tra i più importanti indie developers degli ultimi tempi: Edmund McMillen (Super Meat Boy), Tommy Refenes (Super Meat Boy), Jonathan Blow (Braid) e Polytron (Fez).
Ricco di interviste agli stessi sviluppatori, le cui riflessioni ed esperienze sono di estremo interesse per chiunque sia interessato al mondo dei videogiochi in generale, i fatti e gli avvenimenti seguono un filone temporale davvero molto originale.
Il documentario, infatti, racconta e documenta, con riprese in tempo reale, il passaggio che gli sviluppatori hanno affrontato dal pre a post successo.
Questa narrazione in tempo reale mantiene da una parte l’attenzione (poiché i fatti si susseguono secondo una linea temporale ordinata) e dall’altra il realismo del tutto (discorsi, gesti e reazioni dei protagonisti sono effettivi ritagli di vita quotidiana)
Ci si ritrova, insomma, davanti a qualcosa di particolarmente originale.

Il tema fondamentale su cui verte il documentario non è tanto il mondo degli indie games, ma i loro sviluppatori.
Molto spesso si fa fatica a giudicare con serietà un videogioco (poiché per la massa rimane un passatempo per ragazzi) e, ancor più raramente, si riesce a cogliere il messaggio che gli sviluppatori hanno tentato di trasmettere con il videogioco.
Non si parla di Assassin’s Creed, Call Of Duty, Halo o un qualunque altro titolo commerciale che vi venga in mente (nulla togliendo a questi capolavori storici). Si parla della vita di ragazzi un po’ cresciuti che hanno puntato tutto sul videogioco da loro creato nella speranza che quel gioco venda, ma anche che la gente apprezzi l’enorme mole di lavoro che c’è dietro ed il messaggio che con sé porta appresso. La speranza che un giorno quel lavoro possa assicurare una vita serena.

E’ interessante, inoltre, notare quanto di personale un videogioco indipendente possa racchudere in sé: le esperienze di vita, l’infanzia, il carattere, il pensiero. Tanti elementi facenti parte di una sola persona: l’indie developer.

Per tutti gli amanti di videogiochi, Indie Game: The Movie è indubbiamente uno dei film-documentario più interessanti che si possano trovare sul mercato.
Si alternano scene spensierate che mirano a documentare il modo giusto con cui approcciarsi ad un gioco indie, il punto di vista da adottare per carpire il senso stesso che quel gioco ha per lo sviluppatore, a scene di tensione come i momenti salienti (ripresi in tempo reale) del successo degli sviluppatori intervistati.
Semplice nel messaggio, nel linguaggio e nella struttura.
Merita davvero molto.