Democracy…is so overrated

Come ogni autunno videoludico che si rispetti, anche quello di quest’anno ci propone un nuovo capitolo della saga che, secondo il recente sondaggio del Guinness World Record, è la preferita di sempre: stiamo parlando di Call of Duty: Advanced Warfare. Dopo il flop dello scorso anno con Call of Duty: Ghosts, la saga aveva sicuramente bisogno di innovazione, aria fresca per rianimare meccaniche stantie e sceneggiature ormai poco ispirate a fiacche. Sono giunti quindi in soccorso i ragazzi di Sledgehammer che, dopo essersi presi 3 anni per lo sviluppo del gioco (tutti i capitoli della serie ne hanno sempre richiesti 2), hanno restituito linfa vitale a un brand ormai “alla frutta”. Advanced Warfare vuole rappresentare, a detta degli sviluppatori, un nuovo inizio per Call of Duty, grazie all’introduzione di meccaniche di gameplay mai viste prima su un titolo della saga nonchè alla partecipazione al progetto di un attore di caratura internazionale come Kevin Spacey.

Saranno riusciti nel loro intento?

https://www.youtube.com/watch?v=GccGbdLqTmQ

 

Benvenuti nel 2054!

Siamo Jack Mitchell. L’ennesimo Marine che combatte per una guerra che non ha voluto, di cui sa poco o niente, e che trova nell’arruolamento una via di fuga da non si sa bene che disagio familiare. Al nostro fianco un neo-arruolato come noi, Will Irons, il nostro migliore amico. Le forze militari statunitensi si trovano impegnate in Sud Corea, precisamente a Seoul, nel tentativo di respingere la massiva invasione proveniente dalla Corea del Nord. Veniamo “paracadutati” all’interno di una navetta di trasporto nel bel mezzo della città, che si sta lentamente trasformando in un cumulo di macerie e neon. Saltando da un grattacielo all’altro e sgattaiolando tra i vicoli occupati dalla resistenza impareremo come usare il nostro esoscheletro EXO, una delle principali innovazioni di questo capitolo. Potremo cosi effettuare doppi salti e schivate laterali grazie ai propulsori, rallentare il tempo o addirittura creare uno scudo che ci difenda dai proiettili. La missione si rivela un successo, nonostante le 6000 vittime statunitensi, tra cui c’è, indovinate un po, il nostro migliore amico Will. Anche noi non ce la passiamo proprio bene: una scheggia metallica ci ha tranciato di netto il braccio sinistro ma, almeno, siamo ancora in vita.

Una scena, quella del funerale, che ha scatenato parecchie polemiche in rete

Una scena quella del funerale che ha scatenato parecchie polemiche in rete

Dopo il funerale del nostro migliore amico, incontriamo suo padre, Jonathan Irons (Kevin Spacey), CEO di Atlas, un’azienda privata che fornisce supporto militare. Irons ci offre una “Seconda possibilità”, garantendoci un posto in Atlas e un braccio nuovo, che ci permetterà di tornare a combattere contro un’organizzazione  terroristica mondiale chiamata KVA, per “vendicare” quello che è successo a Will.

Dopo questo piccolo preambolo introduttivo, mettiamo fine agli spoiler e andiamo ad analizzare tecnicamente la qualità complessiva della campagna. Le premesse per una trama avvincente ci sono tutte e infatti il gioco, durante le prime missioni, intrattiene e diverte, ricordandoci il taglio cinematografico e la frenesia della narrazione che per Call of Duty rappresentano una marchio di fabbrica. Dopo un paio di missioni però, tutto inizia a perdere mordente: clichè scontati, eventi che sanno di già visto e una estenuante linearità delle vicende rovinano la buona atmosfera che si era creata fin dall’inizio. Ci troveremo quindi a combattere qua e là per il mondo, dal frenetico traffico di Lagos alla calma (fino al nostro passaggio) dei vicoli di Santorini, da un’afosa New Baghdad al gelo dei crepacci dell’Antartide, senza mai essere protagonista attivo di ciò che vivremo. Le personalità dei nostri compagni, nonchè quella granitica di Irons, ci sovrasteranno, rendendoci semplicemente un burattino delle loro decisioni. In tutto la storia consta di 15 missioni, al termine delle quali, se avremo superato determinate sfide, otterremo dei punti che potremo spendere per migliorare le prestazioni del nostro EXO. Potenziamenti che, sinceramente, non ci sono sembrati così indispensabili per portare a termine le nostre missioni, tant’è che all’inizio di ciascuna di esse non ci è neanche permesso di scegliere un setup EXO personalizzato, ma verremo invece dotati di equipaggiamenti pre-scelti dagli sviluppatori, riducendo letteralmente all’osso le possibilità di personalizzazione all’interno della campagna.

Le ambientazioni però, sono davvero ben ricreate e suggestive

Le ambientazioni però, sono davvero ben ricreate e suggestive

Molto buona invece la realizzazione grafica delle cut-scenes, ben girate e rasenti il fotorealismo. Per quanto riguarda invece la realizzazione in motion capture dell’attore Kevin Spacey, bisogna dire che per quanto estremamente somigliante, il lavoro fatto da Sledgehammer pecca per quanto riguarda l’espressività: spesso si avrà la sensazione che a parlare sia una specie di “macchina”, e, per quanto possa essere plausibile e comprensibile la freddezza emotiva per un personaggio simile, in realtà il risultato sembra più essere un difetto tecnico che una scelta voluta.

La realizzazione di Spacey, per quanto di indiscutibile qualità, pecca un pò di espressività.

La realizzazione di Spacey, per quanto di indiscutibile qualità, pecca un pò di espressività

 

Durante la campagna saranno inoltre presenti delle sessioni in cui dovremo pilotare esoscheletri rinforzati, moto a propulsione, piccoli sommergibili e altri tipi di mezzi corazzati. Niente di eccezionale, ma comunque un buon passo avanti rispetto alle frustranti sessioni su cingolati del predecessore Ghosts. In questo capitolo, infatti, le sequenze in cui non saremo a piedi sono ben distribute, sufficientemente ben realizzate e non troppo lunghe. Buona anche la risposta dei controlli e l’effetto di blur dovuto alla velocità.

Volando tra le montagne irachene non dovremo solo stare attenti ai nemici, anche i crolli rocciosi potranno risultare fatali.

Volando tra le montagne irachene non dovremo solo stare attenti ai nemici, anche i crolli rocciosi potranno risultare fatali.

 

Una modalità campagna, e concludiamo, la cui durata si attesta sulle 6-7 ore a difficoltà massima, che garantisce un buon livello di sfida, senza mai esagerare, con un’IA reattiva che ci metterà alla prova soprattutto negli spazi più aperti, dove imparare a sfruttare equipaggiamento e ambiente a nostro favore sarà fondamentale. Una trama di poche pretese ci rende sempre più distaccati di fronte agli eventi che accadono su schermo, tant’è che giunti verso l’epilogo, risulterà quasi superfluo giocarlo, avendo già raggiunto un certo grado di consapevolezza riguardo ciò che succederà. Niente punto di svolta  quindi per l‘Advanced Warfare di Sledgehammer che, sebbene abbia introdotto un discreto numero di novità per il brand, non riesce a staccarsi di dosso la generale mancanza di ispirazione quando si parla di stendere una buona trama.

 

Una delle poche missioni che si salvano dal giudizio negativo: combattere al crepuscolo tra i ghiacci antartici è un'esperienza unica

Una delle poche missioni che si salvano dal giudizio negativo: combattere al crepuscolo tra i ghiacci antartici è un’esperienza unica

 

 Il multiplayer: frenesia e turpiloquio

Sebbene profondamente rinnovato, anche il multiplayer di Advanced Warfare sicuramente vi riserverà i soliti parecchi controller rotti. L’impatto è infatti decisamente spiazzante: immaginare un multigiocatore più frenetico di un normale Call of Duty era difficile, ma i ragazzi di Raven Software, che si sono occupati di questa modalità, ci sono riusciti. Se nella modalità campagna l’EXO era quasi secondario, in questo caso l’utilizzo del vostro esoscheletro diventa la discriminante fondamentale tra vita e morte. L’estensione principalemente verticale di tutte e 13 le mappe di gioco, infatti, vi costringerà fin da subito ad adattarvi a uno stile di gioco più movimentato e agile, il tutto, fortunatamente, a discapito di coloro che si dedicavano, in ogni capitolo, a una serena e proficua attività cosiddetta di “camperaggio“. Scordatevi di stare fermi per più di qualche secondo a difendere una posizione, i nemici vi circonderanno in pochi attimi da tutte le direzioni. Ma siamo sicuri che questo sia un bene? Durante le molte partite online effettuate, mi sono reso conto che l’utilizzo “aggressivo” delle meccaniche EXO portava spesso e volentieri alla morte. Cercare di aggredire i nemici sui tetti, entrare negli edifici sfondando e finestre, o scivolare per raggiungere i nemici di soppiatto mi garantivano una kill-cam quasi istantanea. Questo perchè la salute di ogni giocatore è stata sensibilmente diminuita anche in modalità normale, inoltre l’utilizzo dei boost EXO svelerà la nostra posizione sulla mappa (a meno che non equipaggiamo un particolare perk che elimina questo malus). Sembra quasi quindi che l’utilizzo esteso del nostro esoscheletro sia “suggerito” dagli sviluppatori dal design delle mappe, ma, allo stesso tempo, eccessivamente punito.Così come eccessivamente ridotta è l’efficacia dei fucili da scout, che sembrano non essere stati adattati al gameplay più verticale e movimentato di questo capitolo. Non solo infatti ci vuole parecchio tempo per visualizzare l’ottica, ma addirittura il movimento del mirino, se non a livelli disensibilità sovraumani, non sta dietro ai movimenti boostati dei nemici, garantendoci un ritardo fatale nell’80% dei casi. Si tratta comunque di difetti tranquillamente eliminabili con patch di bilanciamento successive, e confidiamo che il feedback della community guidi gli sviluppatori in questo senso.

L'HUD, in single limitato a un ologramma sull'arma, è invece ben distribuito e non invadente in modalità multiplayer

L’HUD, in single limitato a un ologramma sull’arma, è invece ben distribuito e non invadente in modalità multiplayer

Per quanto riguarda le modalità, ci sono ovviamente la classiche del genere come Team Deathmatch, TCT, CED…Inoltre sono presenti due novità: Uplink e Momentum. La prima si rifà a una sorta di cattura la bandiera, dove le due squadre avversarie devono impossessarsi di una sfera e “Fare canestro” in un portale in aria per segnare punti, ovviamente il tutto rispondendo al fuoco degli avversari. Momentum invece ci richiede di conquistare dei punti strategici della mappa, conquistando più posizioni e uccidendo nemici si ottiene un livello maggiore di Momentum. Entrambe le modalità sono ben strutturate e si adeguano perfettamente all’idea di multiplayer presente in Advanced Warfare. E’ inoltre possibile giocare in modalità “classica”, ovvero senza i potenziamenti EXO, modalità che se da un lato permette ai nostalgici di riassaporare le vecchie meccaniche, dall’altro risulta poco funzionale in relazione al design delle mappe, che vedono parecchi “vicoli cechi” a livello del terreno, e quindi si adattano male a scontri tradizionali.

La classe non è acqua

Arrivati al dunque, analizziamo il “nuovo” sistema di personalizzazione delle classi di combattimento, che è stato ripreso poi da quello di Ghosts. Intelligentemente, aggiungo io, perchè garantisce davvero un buon livello di adattamento per ogni giocatore, al contrario di come succedeva in passato. In sostanza, per ogni classe sono disponibili un massimo di 13 punti, ogni elemento dell’equipaggiamento che vorremo includere nella classe ha un prezzo, il costo totale del nostro loadout non deve superare i 13 punti. Non solo è davvero semplice e intuitivo, ma permette inoltre ai giocatori di sperimentare il più possibile fino a trovare la combinazione ideale per il loro stile di gioco.

La creazione delle classi è ripresa dalla Pick10 di Treyarch

La creazione delle classi è ripresa dalla Pick10 di Treyarch

 

Oltre alle armi principali (fucili d’assalto, mitragliette, fucili da scout, armi pesanti, e armi speciali) e armi secondarie (pistole e lanciarazzi), personalizzabili come al solito con attachment vari, vi sono i classici tre perks (tra cui non c’è l’immortale “gioco di prestigio“, sostituito in questo capitolo dalla doppia pressione del tasto di ricarica, grazie al quale ricaricheremo più velocemente, ma perdendo tutti i colpi ancora presenti nel caricatore usato), quattro ricompense uccisioni (una sbloccabile in seguito), granate (non quelle a ricerca automatica presenti nella campagna, che sarebbero state chiaramente OP), specialità EXO e le Wildcard, novità che ci permetterà di limare ancora meglio le nostre classi, permettendoci l’aggiunta di perk o armi aggiuntive. Interessante la scelta di tornare alle Scorestreaks, abbandonando le Killstreaks. Come dice il nome stesso, le ricompense verranno sbloccate al raggiungimento di determinati punteggi e non con delle serie di uccisioni senza morire. In questo modo anche la cattura di posizioni o, in generale, il raggiungimento degli obiettivi della modalità di gioco, ci aiuteranno per ottenere le nostre ricompense. Ricompense uccisioni che possono inoltre essere “potenziate” con degli elementi aggiuntivi che la renderanno più efficienti, ma, al contempo, ne aumenteranno ovviamente il costo di sblocco.

Le ricompense, in questo capitolo, sono generalmente meno "game changer"

Le ricompense, in questo capitolo, sono generalmente meno “game changer”

Cosa mi metto oggi?

Interessante, e veramente ben realizzato, il sistema di personalizzazione del proprio soldato. Ogni elemento del nostro equipaggiamento sarà personalizzabile, dalla testa ai piedi, incluso l’esoscheletro. Durante l’attesa nella lobby potremo vedere quali “look” gli altri giocatori hanno scelto per mettersi in mostra durante la battaglia. Gli indumenti saranno sbloccabili sia completando le canoniche sfide (con le quali sbloccheremo anche emblemi e biglietti da visita) sia attraverso l’innovativo loot system.

Il livello di dettaglio dei soldati è davvero ottimo

Il livello di dettaglio dei soldati è davvero ottimo

 

In base a quanto tempo avremo speso in-game, infatti, riceveremo delle casse di equipaggiamento, contenenti oggetti per personalizzare non solo il soldato, ma anche le nostre classi. E’ stato infatti introdotto un sistema di ranking degli oggetti, da Recluta fino a Elite, un po’ come un GDR. Anche le armi seguono questo sistema di rarità, e ognuna di esse ha delle varianti personalizzate di rarità differente, che garantiscono bonus e malus diversi per ciascuna variante. Alcuni oggetti saranno permanenti, mentre altri avranno una durata, dopo la quale scompariranno dal vostro equipaggiamento. Altri oggetti invece, quelli di rarità elevata, potranno essere scambiati per PE, nel caso preferiate salire velocemente di livello piuttosto che equipaggiarvi in maniera stilosa.

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L’arsenale, dove ogni oggetto in vostro possesso viene conservato

 

Tecnicamente parlando…

…il titolo regge. Il primo Call of Duty next-gen vero e proprio non è proprio ciò che ci aspettavamo, ma non è neanche un titolo da buttare. In una generazione sempre più attenta ai numeri che al divertimento, Advanced Warfare propone i fatidici 1080 a 60 fps granitici, ormai marchio di fabbrica del brand, e una generale pulizia e fluidità su schermo. L’engine funziona, ma non fa gridare al miracolo. La differenza tra cut-scenes e gameplay si vede e forse crea un po’ di dubbi tra ciò che ormai ci aspettiamo dalla nuova generazione e quello che invece ci viene fornito. Le ambientazioni sono ben costruite, le texture dettagliate anche se, negli scenari aperti, si nota la pressappocaggine nella realizzazione dei background, che stonano decisamente con tutto il resto. Per quanto riguarda il sonoro, invece, c’è poco da dire: le musiche sono scialbe e tutt’altro che memorabili. Il doppiaggio italiano, escluso quello di Roberto Pedicini per Spacey, che si adatta perfettamente al personaggio, è sufficiente, ma alcune voci vengono troppo riciclate, rovinando l”immersione e l’atmosfera. Per quanto riguarda gli effetti sonori delle armi, in generale sono molto buoni, corposi e impattanti, e danno ovviamente il meglio di loro con un buon sistema di audio o semplicemente delle buone cuffie.

Il commento di Lorenzo Agonigi

Call of Duty: Advanced Warfare non fa gridare al miracolo....ma neanche allo scandalo. E' sicuramente un buon titolo di transizione, che aiuta la saga a rialzarsi dopo il capitolo "fantasma" dell'anno scorso. Un nuovo inizio, certo, ma pur sempre un inizio. C'è ancora molto lavoro da fare per riportare il brand agli standard di qualità di un tempo, Sledgehammer e Activision lo sanno, ma faranno qualcosa in merito? Allontanandoci dalle logiche imprenditoriali del colosso americano, torniamo al titolo. Il nuovo Call of Duty propone nuove meccaniche ben studiate e integrate in un prodotto tutto sommato godibile, poco ispirato nella sceneggiatura, divertente e longevo nella sua componente multigiocatore. Una boccata d'aria fresca per i veterani, un buon titolo introduttivo alla saga per i "newbies". Un gioco che, come è sempre stato, da il meglio di sè nella componenete online, revisionata e migliorata, che vi garantirà ore e ore di gioco. Da non acquistare, almeno al prezzo attuale, se si è interessati solo alla componente single-player, farcita di scontatezze dal sapore di già visto.

8
GAMEPLAY
Le basi sono quelle di sempre, le novità sono ben introdotte e non forzate
7.5
COINVOLGIMENTO
La trama scialba fa perdere interesse dopo poche ore, il multiplayer è una droga
7
LONGEVITÀ
Insufficiente per la campagna, ottima per il multiplayer
7.5
GRAFICA
Cut-scenes di alto livello cozzano con una realizzazione grafica di buon livello ma niente di che...ci aspettavamo di più
8
SONORO
Ottimi gli effetti sonori. Discrete le musiche e il doppiaggio italiano, anche se un po' "riciclato"
0
BONUS
Né bonus né malus
7.6 MEDIA + 0 BONUS = 7.6 TOTALE
-Multiplayer rivisitato e migliorato, una garanzia della saga -Loot system gratificante e ben bilanciato -Grande ampiezza di possibilità nella personalizzazione delle classi
-Trama poco ispirata -Utilizzo dell'EXO non intuitivo per i veterani -Un po' di pressappochismo nella realizzazione grafica

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